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La fragilità è definita come una diminuzione delle capacità nel portare avanti le principali attività sociali e pratiche della vita quotidiana, che caratterizzano un individuo autonomo ed inserito. Non è legato all’età e deriva dall‘influenza reciproca di fattori individuali ed elementi ambientali. Include le seguenti componenti:

  1. fisico-biologiche (ad esempio: presenza di patologie organiche, la riduzione della massa muscolare, aspetti funzionali della vita quotidiana, la riduzione dell’acuità ed integrità sensoria);
  2. psicologiche (ad esempio: presenza di sintomatologia depressiva, senso di stanchezza cronica, capacità di fronteggiamento)
  3. sociali (ad esempio: relazioni con gli altri, apertura all’esterno, interazione con l’ambiente, adattabilità socialità).

Si può manifestare in gradi diversi, da un livello di fragilità leggero ad uno più pressante, fino a condurre ad esiti avversi quali un maggior rischio di morbilità, di ospedalizzazione urgente e di assistenza a lungo termine (non autosufficienza). La fragilità è quindi una condizione che cambia nel tempo ed è suscettibile di interventi attivi/preventivi di condizioni peggiori.

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