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“Il tempo è cervello”: questo il motto di Alice odv, l’associazione per la lotta all’ictus cerebrale che, insieme all’Ausl di Piacenza, informa la cittadinanza su tutto ciò che può essere fatto per prevenire l’ictus. Uno sforzo, chiaro e tangibile, che va ad inserirsi nell’annuale Settimana del cervello (13-19 marzo). La Brain awareness week, ricordiamolo, è una celebrazione lanciata dalla Dana alliance for brain initiatives (Dabi), un’organizzazione di neuroscienziati e clinici che hanno alle spalle un comprovato impegno nel promuovere in tutto il mondo la conoscenza sui progressi e le prospettive della ricerca sul cervello.

Donata Guidetti, direttore di Neurologia dell’Ausl di Piacenza, tiene a spiegare che “per la prevenzione, ogni anno, insieme ad Alice, l’Ausl monitora i soggetti più vulnerabili – portando la prevenzione in piazza Cavalli, ad esempio – attraverso un calcolo del rischio basato sui maggiori fattori di rischio (obesità, sedentarietà, fumo, pressione alta, cardiopatia, fibrillazione atriale). Inoltre, facciamo i doppler (fino a 70 in una sola giornata) e i prelievi del sangue. Non dimentichiamo però che, per quanto la prevenzione sia una missione, ci sono due fattori di rischio, l’età e la familiarità, che non sono rimediabili. L’ictus è una patologia dell’anziano, mentre gli ictus in età giovanile sono sempre correlati a precisi fattori di rischio. Qui a Piacenza, nello specifico, arriviamo a contare circa 450 ictus all’anno. Va sottolineato che la mortalità, benché diminuita anche grazie alla presenza delle “stroke unit”, resta alta. Tuttavia l’ictus rimane saldamente il primo motivo di disabilità nell’adulto (che colpisce, con variabile gravità, il 50% di chi ne è vittima). Purtroppo, e questo è un punto delicato, ancora troppi pazienti arrivano in ospedale in ritardo, soprattutto chi sta “covando” piccoli ictus. Arrivare 4-6 ore dopo l’evento impedisce ai pazienti di potersi sottoporre alla trombolisi, l’infusione in vena di un farmaco che riesce (spesso) a sciogliere i trombi che chiudono le arterie e quindi prevenire l’ischemia cerebrale e la disabilità”.

Le fa eco Annamaria Barbieri, presidente di Alice odv: “La nostra associazione vuole fare prevenzione e dire alla gente di chiamare immediatamente il 118 se avverte un sintomo. Ecco “il tempo è cervello”. Se si risparmia tempo, una terapia è possibile perché, ribadiamolo, con l’ictus non si scherza: si tratta infatti della terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie (il 10-12% di tutti i decessi per anno si verifica dopo un ictus) e rappresenta la principale causa d’invalidità. Alice propone tante iniziative: un laboratorio creativo dove, due volte alla settimana (lunedì e giovedì dalle 15 alle 17), facciamo attività motoria con le persone colpite da ictus. È un modo per dare sollievo ai caregiver e alle famiglie e per ridare socialità ai pazienti. In questo caso ci facciamo aiutare da una logopedista, un fisioterapista e un neuropsicologo. Inoltre, offriamo anche un trasporto a chi non ha familiari disponibili e effettuiamo diversi screening.

“Alice – ha concluso Barbieri – sarà presente con un banchetto, qui al Polichirurgico, per tutta la durata della Settimana del cervello, dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 18.30”.

Ultimo aggiornamento

04-08-2023 09:08

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