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“Al mio cane manca solo la parola”, è una frase che abbiamo sentito chissà quante volte. Eppure non va esattamente così. In realtà – spiegano le veterinarie Ausl Elena Gandolfi e Maria Grazia Molaschi - il nostro animale domestico parla utilizzando una lingua diversa dalla nostra. Nel cane (così come nel gatto) le principali vie di comunicazione sono:

  • la comunicazione olfattiva (a noi completamente preclusa)
  • la comunicazione visiva e paravocale (segni posturali e mimici)
  • la comunicazione acustica e vocale, che riveste solo un ruolo marginale.

Da qui nascono i fraintendimenti fra le due specie: l’uomo fonda la propria comunicazione sulla voce, il cane sugli odori. L’uomo, però, non ha un olfatto abbastanza sviluppato da poterli percepire. L’unico modo per colmare questo gap è quindi quello di sfruttare la comunicazione visiva e paravocale: dobbiamo imparare a capire cosa il cane vorrebbe comunicarci attraverso la postura, la mimica facciale e la prossemica, ovvero l'uso che il nostro pet fa dello spazio intorno a sé (le distanze che mantiene da persone, dagli altri animali o oggetti, e come cambiano in base al suo stato d’animo o alla situazione).

Per quanto riguarda la relazione del cane con lo spazio si potranno così distinguere:

  • una zona pubblica (accessibile anche agli estranei)
  • zona individuale (accessibile solo ai conoscenti)
  • zona intima (riservata esclusivamente a lui).

Non rispettare i territori e le distanze di un animale può portare ad aggressioni.

Comunicazione olfattiva

Il cane usa i feromoni per marcare oggetti, luoghi ed esseri viventi. Con gli odori il cane delimita il proprio territorio informando gli altri del suo passaggio. Si presenta agli altri e identifica membri del gruppo familiare, amici e conoscenti, informa i propri simili di particolari stati fisiologici (per esempio, calore e gravidanza).

Comunicazione vocale

  • abbaio: prerogativa del cane domestico, influenzata anche dalla razza
  • ululato: ha un forte valore sociale (è un modo per chiamare a sé il branco)
  • uggiolii e piagnucolii: sono tipici dei cuccioli e indicano una necessità (fame, attenzioni)
  • ringhio: è un segnale ritualizzato che significa “stai alla larga”; ha un valore comunicativo importante perché il cane avvisa correttamente, cioè senza mordere, che un comportamento o una situazione lo sta infastidendo o gli sta creando un disagio. Il padrone deve allontanare la causa del fastidio; punire il ringhio potrebbe indurre il cane a ricorrere a un mezzo comunicativo più drastico, il morso.

Comunicazione visiva e paravocale

È rappresentata da segni posturali e mimici; include la posizione delle orecchie, della bocca, lo sguardo, le espressioni facciali, il portamento del pelo, la postura, i movimenti e la posizione della coda. I messaggi che tendono ad avvicinare sono i messaggi visivi che possiamo tradurre come la voglia del cane di manifestare simpatia, sottomissione: sguardo indiretto, ripiegamento delle orecchie, scodinzolamento, abbassamento del corpo e rotolamento sulla schiena.I segnali che tendono ad allontanare, rappresentano l’intenzione del cane di manifestare la propria dominanza o il proprio desiderio di tenere le distanze: sguardo fisso, brontolio, orecchie completamente arretrate sul capo o erette e portate avanti, posizione fiera della testa, pelle d’oca, coda ferma con tremiti nervosi e irrigidimento della postura. I segnali misti sono segnali discordanti che vedono il cane sovrapporre posture e atteggiamenti dal significato opposto. La conflittualità tra i diversi segnali deve sempre indurci alla prudenza.

È possibile il rapporto tra cane e bambini?


Sono molti gli studi - sottolineano le veterinarie Gandolfi e Molaschi - che sostengono la positività del rapporto cane e bambini. Convivere con un animale domestico può aiutare il bambino ad acquisire il senso della responsabilità, del comprendere le esigenze altrui e anche a sviluppare le capacità cognitive; sembra possa anche favorire un più corretto sviluppo del sistema immunitario.Le relazioni tra bambino e animale vanno comunque attentamente osservate. Gli episodi di aggressività avvengono quasi sempre a causa di un’interazione scorretta, e spesso reiterata, con atteggiamenti e comportamenti da parte del piccolo che, inconsapevolmente, creano disagio all’animale.
Come gestire al meglio questo rapporto?
“Occorre – spiegano le esperte - spiegare ai bambini che devono imparare a comunicare col cane per diventarne amici”A tal proposito, ecco alcuni consigli per i più piccoli:

  • quando s’incontra un cane, è bene lasciare che venga incontro al bambino e lo annusi. È consigliabile chiedere sempre al proprietario se si può accarezzarlo; se il cane ringhia o si nasconde sta comunicando che non vuole essere avvicinato
  • è utile insegnare ai bambi che – se un cane gli corre incontro – è meglio non mettersi a correre, pur essendo spaventato. È meglio rimanere in silenzio e provare a ignorarlo. Se il bambino scappa, il cane potrebbe inseguirlo
  • è consigliabile non tirare mai orecchie o coda a un cane, anche se conosciuto: l’animale potrebbe vederlo un dispetto. Non è opportuno nemmeno afferrare energicamente il dorso (la sua schiena), perché lo potrebbe vedere come un segno di dominanza
  • quando un cane mangia o rosicchia un gioco o quando sta dormendo in cuccia non va mai disturbato
  • il cane comunica principalmente con lo sguardo e la coda, per cui va insegnato ai bambini che questi sono sempre i primi elementi da tenere sott’occhio: se la coda è tenuta bassa tra le gambe significa che il cane ha paura o è diffidente, se scodinzola oppure se si butta a pancia all’aria significa che è disposto al gioco. È bene non guardarlo mai dritto negli occhi perché potrebbe considerarla una sfida
  • un cane, soprattutto se giovane e socievole, giocherà volentieri con un bambino; i genitori devono però ricordare che ha denti e unghie e che tra cuccioli è normale usarle. È quindi preferibile ricorrere all’uso di giochi come palla e corde, così il cane morderà quelle e non le mani del suo compagno di giochi
  • il cane, proprio come i bambini, ha un suo processo educativo: ricordati che va anche sgridato perché possa imparare quali sono le regole nella famiglia.

A conclusione un consiglio che vale soprattutto per gli adulti, concludono le due veterinarie Ausl. Anche se il cane oggi vive abitualmente nel contesto familiare, non dimentichiamoci che conserva una parte istintiva: alcune reazioni fanno parte del suo repertorio comportamentale (detto, in termine tecnico, etogramma) e non sono sempre tutte prevedibili, quindi meglio conservare sempre un giusto e doveroso senso di prudenza.

Ultimo aggiornamento

16-04-2024 16:04

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