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Successo, questa mattina all'ospedale di Bobbio, per "Note di stelle", il secondo dei quattro concerti che l'Azienda Usl di Piacenza ha organizzato per questo Natale 2024 nel contesto di un costante processo di umanizzazione dei luoghi di cura. Protagonisti, nella sala riunioni del quarto piano dell'ospedale, i Musetta, storico gruppo di musica tradizionale delle nostre valli che, da quasi cinquant'anni, ha come suo fulcro centrale la voce e il piffero del leggendario Ettore Losini, meglio conosciuto come "Bani". Musiche anche natalizie, sempre orgogliosamente tradizionali. Ritmi e melodie di pubblico dominio, polke, valzer; il tutto miscelato con enorme mestiere (ed eguale passione) dai tre musicisti davanti a un pubblico composto da pazienti, familiari e professionisti sanitari. Un'atmosfera leggera, nonostante la sacralità del luogo di cura che - non dimentichiamolo - è anche luogo di sofferenza.
"La musica - ha sottolineato il direttore generale, Paola Bardasi - è anche terapia. Siamo quindi felici di poterci concedere oggi un piccolo brindisi in musica insieme ai nostri temporanei ospiti".
Roberto Pasquali, sindaco di Bobbio, ha rilevato quanto l'impegno che l'Ausl di Piacenza dedica all'ospedale della sua città sia "importante affinché si possa avere presto un ospedale più sicuro, una struttura all'avanguardia in cui sarà inserita anche una Tac. Una notizia importante per i cittadini di una vallata non particolarmente vicina a Piacenza". In un clima sereno, di grande riconoscenza verso quei professionisti sanitari che ogni giorno spendono la propria umanità e la propria professionalità sul territorio, l'emozione di

Antonio Manucra, direttore di Medicina e lungodegenza ospedale di montagna e processi di integrazione territoriale a valenza provinciale, non è arrivata, forse, come un'assoluta sorpresa. Il medico, in punta di commozione, ha ringraziato la propria squadra, con cui tutti i giorni divide oneri e onori: "Questo concerto è un segnale che va oltre il mero percorso di cura. Certo, siamo una piccola realtà e una porta d'ingresso per altri servizi, ma ogni giorno combattiamo con gli strumenti che abbiamo a disposizione per fare in modo che chi transita qui sia trattato e curato nel modo migliore possibile". Una commozione, quella del dottor Manucra, sbocciata dal ricordo di quei durissimi giorni del Covid, un momento in cui l'ospedale di Bobbio riuscì a resistere grazie a un prezioso gioco di squadra ("In quel momento abbiamo capito tutti cosa significa lavorare in gruppo e costruire un ambiente di lavoro sereno"). Qualche parola, quindi, anche da Franco Federici, direttore di presidio Unico: "Con il personale di Bobbio abbiamo un confronto costante, limpido e sincero. In questo ospedale ho sempre notato una passione viva che, fosse diffusa lungo l'intero Stivale, produrrebbe una Sanità migliore".

Il sigillo finale è arrivato da Giuseppe Magistrali, direttore del Distretto di Ponente: "La gente, nei nostri ospedali, si sente in famiglia. Questa di Bobbio la definirei "una famiglia altamente professionale", perché qui le persone godono di cure puntuali ma anche di un giusto, e necessario, calore umano".

Ultimo aggiornamento

19-12-2024 16:26

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