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È una presenza silenziosa, ma decisiva. L’anestesista-rianimatore accompagna i pazienti nei momenti più delicati della vita: dalla nascita, durante un intervento chirurgico, in terapia intensiva, nella gestione del dolore acuto o cronico fino all’ultimo nostro respiro. Una figura professionale di altissima specializzazione che troppo spesso resta dietro le quinte.
Con l’evento “Chi ha paura del buio?”, l’Azienda Usl di Piacenza e l’associazione Il Pellicano, in collaborazione con il Comune di Piacenza, accendono i riflettori su questa professione, fondamentale per la salute pubblica e il benessere della comunità. Appuntamento sabato 10 maggio a partire dalle ore 16.45 al Laboratorio Aperto (ex Chiesa del Carmine), in piazza Casali 10 a Piacenza: un incontro divulgativo, aperto alla cittadinanza, che racconterà in modo coinvolgente e accessibile il ruolo dell’anestesista e il percorso di umanizzazione delle cure in atto a Piacenza.
“Vogliamo far conoscere questa figura al pubblico – spiega la direttrice generale dell’Ausl, Paola Bardasi – e rafforzare la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario, mostrando che dietro la tecnologia, dietro la mascherina, c’è una rete di medici e operatori preparati, sensibili e sempre presenti. A Piacenza abbiamo scelto di investire e potenziare ulteriormente il servizio, rendendolo più efficiente, accessibile e vicino alle persone”. Durante l’evento, medici, infermieri, operatori sanitari, ex pazienti e familiari racconteranno il percorso di cura dal loro punto di vista. Un viaggio corale per descrivere una professione complessa, che richiede precisione tecnica, sensibilità e capacità di affrontare le situazioni più critiche.
“Siamo gli ‘invisibili’ della sanità – spiega Ruggero Massimo Corso, direttore del Dipartimento Emergenza-urgenza e Area critica –. Eppure siamo “i direttori d’orchestra” in ogni fase del percorso chirurgico e intensivo. Dobbiamo migliorare la comunicazione, farci conoscere di più. Anche perché l’anestesista oggi è una figura in grave carenza: se vogliamo attirare nuovi giovani verso questa specializzazione, dobbiamo raccontare quanto sia decisiva e importante la figura del medico anestesista all’interno del sistema sanitario nazionale”. “Vogliamo che la terapia intensiva sia un luogo aperto, dove anche i familiari possano sentirsi parte attiva del percorso di cura – spiegano le anestesiste Silvia Scaltrini e Chiara Zanzani –. Questo approccio favorisce il benessere del paziente e la fiducia nel team medico”. “Anche questo è un modo per comunicare la sanità – aggiunge Bardasi –: con leggerezza, senza perdere la profondità del messaggio. Dietro ogni professionista c’è una persona, e dietro ogni cura c’è una relazione”.
Il Comune di Piacenza ha dato il suo contributo a questa iniziativa: “Abbiamo scelto di ospitare questo evento in un luogo speciale – ha dichiarato la sindaca Katia Tarasconi – perché crediamo nel valore di chi lavora ogni giorno con dedizione nei nostri ospedali. È importante far conoscere il grande capitale umano che abbiamo nella nostra sanità”. L’associazione Il Pellicano Piacenza conferma il suo impegno accanto all’Ausl: “Siamo nati accanto ai bambini, ma oggi siamo accanto a tutti – ha detto la presidente Maria Angela Spezia –. vogliamo essere vicini a tutte le persone e soprattutto vogliamo essere una parte integrante di ciò che avviene nel nostro ospedale”.
Per concludere qualche anticipazione dell’evento da parte di Monica Bosco, professionista di Cure palliative: "È giusto che la popolazione sappia che tutte le persone che lavorano all’interno della sala operatoria sono importanti e lavorano per il malato. Troppo spesso non le conosciamo e ciò che non conosciamo ci fa paura. Da qui il connubio tra la sobrietà e magari e qualche pizzico di ironia presenti nell’evento in modo che arrivi ancora di più un messaggio chiaro alle persone”.
Chiuderà l’evento del 10 di maggio il concerto della band The Deekay, formata da chirurghi dell’Azienda sanitaria: un modo originale per unire professione, passione e umanità.