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Come stanno i tuoi reni? È la domanda centrale della dodicesima Giornata mondiale del rene, che si celebra il 13 marzo, con Piacenza attivamente coinvolta nella promozione della diagnosi precoce e nella protezione della salute renale.

“Non ci stancheremo mai di ribadirlo - sottolinea Roberto Scarpioni, direttore del reparto di Nefrologia e dialisi - La diagnosi precoce e la protezione della salute dei reni sono fondamentali. Dobbiamo aumentare la consapevolezza nelle persone riguardo ai fattori di rischio per le malattie renali e alle misure preventive che possono salvaguardare la salute renale, evitando l'evoluzione della malattia. Attualmente, la malattia renale rappresenta l’ottava causa di morte, e se non affrontata precocemente, si prevede che diventerà la quinta causa entro il 2040. Si stima che circa 850 milioni di persone nel mondo siano colpite da malattia renale cronica, una patologia che, se diagnosticata tardi o non trattata, può progredire con gravi complicanze e una mortalità elevata. In Italia, riguarda circa il 10% della popolazione adulta, con un rischio maggiore in presenza di ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, obesità o familiarità per malattia renale. Purtroppo, anche Piacenza registra un aumento delle malattie renali. Per questo è essenziale proseguire nella sensibilizzazione, grazie anche alla stretta collaborazione con i medici di famiglia”.

A maggio, il team di medici e infermieri del reparto di Nefrologia e dialisi sarà, come si consueto, in piazza Cavalli, con una postazione informativa e di analisi, per aumentare la consapevolezza sui segni delle malattie renali. I cittadini potranno usufruire di un colloquio informativo per valutare il rischio di malattia renale, misurare la pressione arteriosa per la rilevazione dell’ipertensione, calcolare l’indice di massa corporea (BMI) e sottoporsi a un semplice esame delle urine (che verrà eseguito in un ambiente separato). Questi test non invasivi potrebbero davvero fare la differenza nella diagnosi precoce.

“Lo scorso anno abbiamo visitato circa 170 persone - sottolinea il dottor Scarpioni - A tutti è stata consegnata una breve relazione clinica da portare al proprio medico di famiglia. Per circa il 7-8% dei partecipanti, abbiamo suggerito di ripetere gli esami e segnalato la situazione al medico curante. Persone che, senza questa giornata, non avrebbero mai immaginato di essere a rischio.”

Ultimo aggiornamento

12-03-2025 11:04

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