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L’ospedale di Fiorenzuola ha accolto la visita del vescovo di Piacenza-Bobbio, Adriano Cevolotto. Accompagnato dal referente della Direzione sanitaria, Flavio Santilli, e dal direttore del Distretto di Levante, Evelina Cattadori, nonché dal parroco di Fiorenzuola, don Giuseppe Illica, ha incontrato i pazienti degenti in Medicina, in Medicina respiratoria, in Unità spinale e Gracer e le persone presenti al Centro di assistenza e urgenza. Ha partecipato alla visita anche il sindaco di Fiorenzuola Romeo Gandolfi, con la sua vice, Paola Pizzelli.
Dopo un passaggio nei reparti, il vescovo ha incontrato i professionisti e i pazienti nello spazio funzionale al piano terra, insieme al direttore generale dell’Ausl di Piacenza, Paola Bardasi.
“Conoscere un territorio – ha detto Cevolotto, spiegando il significato della sua visita – vuol dire entrare dentro la realtà. In questo caso ho trovato una realtà d’eccellenza, soprattutto riguardo ai professionisti”.
Il vescovo ha posto l’accento anche sull’imminenza della Giornata dedicata al malato, “nella quale si focalizza l’attenzione sulla persona, si mette al centro chi ha la propria vita condizionata dalla mancanza di salute”. Cevolotto ha ricordato l’attenzione che la Chiesa ha sempre dimostrato verso gli ospedali: “I prima nacquero proprio dalle confraternite religiose, come segno di attenzione ai più deboli”. Il tema al centro della chiacchierata con professionisti, degenti e familiari è stata quindi la cura, il prendersi in carico le persone. “Avete sempre davanti una grande sfida – ha detto ai sanitari – quella di dare risposte puntuali non solo rispetto alla patologia ma all’essere umano come unicum”. Cevolotto ha ricordato le parole di San Paolo, che definisce la Chiesa come un corpo: “Qualsiasi comunità deve tenere conto delle proprie parti più deboli e fragili. Spero quindi che il servizio pubblico possa sempre mantenere alta questa attenzione. Nel nostro territorio possiamo dirci fortunati, perché la sanità ha questa attenzione”.
Il vescovo si è quindi congedato promettendo “vicinanza e preghiera” per i ricoverati, i loro cari e i professionisti, ringraziando in particolare questi ultimi per il loro servizio.
Le parole del religioso sono state più volte scandite da applausi dei presenti: “Penso che tutti possiamo cogliere il calore del saluto di monsignor Cevolotto – ha concluso il direttore Bardasi – e il messaggio di speranza che contiene, al di là di quello in cui ognuno di noi crede. Ringraziamo il vescovo, sempre attento al nostro personale, ai luoghi di cura e ai pazienti”.