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L’udito non si aggiusta, meglio prevenire. Venerdì 3 marzo ricorre la seconda Giornata di sensibilizzazione dell’udito. Il tema di quest’anno è “Un udito sano per tutti, facciamo in modo che diventi realtà”.

L’Ausl di Piacenza aderisce anche quest’anno all’iniziativa, che in Italia è coordinata dalla Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCF), di cui Domenico Cuda, direttore di Otorinolaringoiatria, è stato past president.

L’iniziativa è stata presentata da Andrea Magnacavallo, direttore sanitario; Domenico Cuda, direttore di Otorinolaringoiatria, Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza, Anna Maria Andena, direttore distretto Città di Piacenza e Governo clinico territoriale, Giacomo Biasucci, direttore dipartimento Materno infantile, Sara Ghiselli Otorinolaringoiatria e dal pediatra di libera scelta Roberto Sacchetti.

“Sono orata di essere qui per supportare questa importante iniziativa di prevenzione per il nostro territorio – ha sottolineato il sindaco Tarasconi – La Regione Emilia Romagna da sempre investe sulla prevenzione e la legge regionale su questo tema ne è la conferma messa poi in pratica dai professionisti dell’ospedale e dai medici di famiglia e pediatri. La prevenzione si può fare, anzi si deve fare”:

La situazione a Piacenza

Si stima che il 4% della popolazione adulta abbia un problema di udito grave o importate con conseguenze sull’attività sociale, lavorativa e sanitaria. A Piacenza, quindi, si può pensare che siano interessate circa 10-15mila persone.
Un soggetto adulto con disfunzioni dell’udito è maggiormente portato ad avere una bassa autostima, a isolarsi e a cadere in depressione. Problematiche che si aggravano con l’avanzamento dell’età: i soggetti anziani con ipoacusie gravi tendono a perdere autonomia e allontanarsi dalle iterazioni sociali, il che provoca, come conseguenza, un più repentino decadimento cognitivo e l’isolamento mentale. Le persone con ipoacusia da moderata a grave hanno una probabilità fino a cinque volte maggiore di sviluppare demenza. Secondo numerosi e importanti studi, gli anziani, soprattutto uomini (il 69%), con ipoacusia hanno maggiori probabilità di sviluppare l'Alzheimer e la demenza, rispetto a quelli con udito normale. Chi presenta un lieve deficit uditivo ha quasi il doppio delle probabilità di sviluppare demenza rispetto a chi ha un udito normale. Il rischio aumenta di tre volte per chi ha perdita uditiva moderata e di cinque volte per chi presenta una compromissione grave.
Se si analizza invece l’età pediatrica, si calcola che 1 neonato su mille e 5 bambini nella fascia di età tra gli 0 i 3 anni presentino problemi ipoacusia importate. Numeri che salgono a 1 su 20 in età prescolare e scolare con conseguenze che possono essere anche significative sullo sviluppo del linguaggio e sull’apprendimento.

Il ruolo di medici di famiglia e pediatri

Le malattie dell’orecchio e la sordità sono un problema che non ha età, ma che ha modalità di individuazione e di cura differenti a seconda della fascia di età. Serve quindi una strategia di prevenzione capace di intercettare l’eventuale problema il prima possibile per riuscire a trattarlo nel migliore dei modi. Per arrivare a un udito più sano per tutti, è, quindi, fondamentale il coinvolgimento di medici e pediatri di famiglia.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il 60% della gestione delle malattie dell’orecchio dovrebbe avvenire nell’ambito delle Cure primarie: il ruolo di sentinelle della salute dell’udito è incarnato dai medici di famiglia e dai pediatri. Fin dal 2004, e quindi ben prima dell’inserimento nei Lea del 2013, l’Azienda Usl di Piacenza fu antesignana in regione per l’introduzione dello screening dell’udito universale su tutti i neonati, che prosegue tutt’ora.
Successivamente il monitoraggio dello stato di salute dell’udito di bambini e adulti è affidato a pediatri e ai medici di famiglia Di qui la necessità di sensibilizzare questi professionisti a tenere alta l’attenzione. Se i bilanci di salute che seguono le fasi evolutive dei bambini dagli zero a i 14 anni, prevendono prove periodiche per la sorveglianza del corretto sviluppo dei comportamenti uditici e del linguaggio, più complesso è il monitoraggio degli adulti.

Patto per la Salute dell’orecchio e dell’udito

Nei giorni scorsi, inoltre, il direttore di Otorinolaringoiatria di Piacenza ha partecipato alla firma del “Patto per la Salute dell’orecchio e dell’udito”, che si è svolta in Senato a Roma alla presenza delle istituzioni rappresentate dall’onorevole Ugo Cappellacci, presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, senatore Franco Zaffini presidente della Commissione Affari sociali e Lavoro del Senato della Repubblica, e in collegamento video l’onorevole Marta Schifone capogruppo della XI Commissione parlamentare alla Camera – Lavoro pubblico e Privato e componente della XII Commissione della Camera – Affari sociali.

“Il patto sottoscritto dalle Società medico scientifiche coinvolte nelle cure primarie del Sistema sanitario nazionale – sottolinea il dottor Cuda è un documento articolato in 10 punti scritto a tutela della salute uditiva di tutti: bambini, adulti, anziano. L’obiettivo è la promozione della cultura e della pratica della prevenzione, della diagnosi e della cura delle malattie dell’orecchio. La diagnosi è un fattore chiave su cui è necessario lavorare, se tardive portano a conseguenze non sempre rimediabili per i pazienti, se superficiali mettono a rischio la salute delle persone: come il caso di pazienti che indossano apparecchi acustici e sono inconsapevoli portatori di malattie operabili, tumori o sindromi rare e potenzialmente molto gravi. È bene ricordare che la sordità di per sé non esiste, esistono le malattie dell’orecchio con conseguenti disturbi uditivi; come tutte le malattie esse possono essere prevenute, diagnosticate e trattate in ambiente medico”.

Ultimo aggiornamento

03-03-2023 16:03

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