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A Piacenza, in Pediatria e Neonatologia, è attivo da anni un Centro per le Dislipidemie in età evolutiva, che segue oltre 50 bambini e adolescenti con ipercolesterolemia familiare eterozigote.
L’ambulatorio appartiene al network nazionale italiano per le dislipidemie genetiche LIPIGEN. Il centro è cresciuto e diventato negli anni uno dei punti di riferimento nazionale per l’ipercolesterolemia in età pediatrica e ha come responsabili Giacomo Biasucci e Maria Elena Capra.
I dati dei pazienti italiani e piacentini sono stati recentemente presentati al 90esimo Congresso europeo della Società Europea per lo Studio dell’Aterosclerosi, tenutosi dal 22 al 25 maggio a Milano. Nell’ambito dei lavori, una intera giornata è stata dedicata all’ipercolesterolemia familiare in età pediatrica. Sono intervenuti relatori del calibro di Albert Wiegman, Stephen Humphries  e Kirsten Holven, tra i principali esperti mondiali in materia. Il tricolore è stato rappresentato dalla dottoressa Capra (Centro Lipigen pediatrico di Piacenza) e dalla collega Cristina Pederiva (Centro Lipigen pediatrico di Milano). La specialista del Guglielmo da Saliceto ha tenuto una relazione sui valori di trigliceridi in pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote. La dottoressa Capra ha presentato anche i recenti dati di uno studio piacentino in cui si valuta l’effetto di una corretta terapia nutrizionale sui valori di quadro lipidico in bambini con ipercolesterolemia familiare. Una corretta alimentazione e stile di vita, acquisiti già in età pediatrica, permettono di abbassare in modo significativo i valori di colesterolo e andranno ad affiancare la terapia farmacologica, che si rende quasi sempre necessaria in questi casi. I farmaci più utilizzati, in accordo con le linee guida nazionali e internazionali, sono le statine, utilizzate con successo e in sicurezza per il trattamento di diversi piccoli pazienti piacentini.
 Nel mondo, ogni minuto nasce un bambino con ipercolesterolemia familiare eterozigote, una patologia genetica che interessa un bambino ogni 250, caratterizzata da elevati livelli di colesterolo nel sangue fin dalle prime epoche della vita. L’ipercolesterolemia è un noto fattore di rischio per aterosclerosi: il colesterolo si accumula a livello dei vasi sanguigni, si creano delle placche ateromasiche che, se non diagnosticate e trattate, portano a infarto e morte precoce. Nelle linee guida internazionali si sottolinea come una diagnosi e un trattamento precoce dell’ipercolesterolemia, già a partire dall’infanzia, permettano di “guadagnare decadi di vita”. Al contrario, se l’ipercolesterolemia non viene diagnostica e trattata precocemente, i soggetti affetti rischiano infarto e patologie cardiovascolari a partire dall’età giovane adulta. In questo contesto, il ruolo del pediatra è fondamentale nella prevenzione, diagnosi e trattamento dell’ipercolesterolemia familiare. È importante la sinergia tra ospedale, territorio e istituzioni per diagnosticare il maggior numero di soggetti con questa patologia. Se si inizia il trattamento già in età pediatrica, i bambini con ipercolesterolemia familiare avranno una vita e un rischio cardiovascolare uguale a quello dei loro coetanei non affetti.
La prevenzione cardiovascolare “comincia dalla culla”: è importante conoscere i propri valori di colesterolo e la propria storia familiare per patologie cardiovascolari. In caso di persone in famiglia con valori elevati di colesterolo, infarto precoce o eventi cardiovascolari precoci (prima dei 55 anni negli uomini e prima dei 60 anni nelle donne) occorre rivolgersi al proprio pediatra di famiglia, programmare per il proprio bambino un prelievo venoso per il dosaggio di colesterolo totale, LDL, HDL e trigliceridi e con i risultati fare riferimento al Centro di Dislipidemie in età evolutiva della nostra città per un tempestivo e corretto inquadramento.


Ultimo aggiornamento

10-10-2022 13:10

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