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All’Azienda Usl di Piacenza la ricerca clinico-assistenziale è diventata parte integrante della pratica delle professioni sanitarie. Dal 2021 è stato avviato un programma strutturato per formare i professionisti alla metodologia della ricerca, creare una rete di referenti dedicati e accompagnare lo sviluppo di studi scientifici sul campo. L’obiettivo è chiaro: migliorare la qualità dell’assistenza attraverso la produzione di conoscenze applicabili, al servizio di pazienti, famiglie, comunità e operatori.
«Siamo orgogliosi del gruppo che si è formato: professionisti motivati, preparati, disponibili a mettersi in gioco e a restituire valore alla pratica quotidiana attraverso la ricerca, che viene svolta interamente al di fuori dell’orario di lavoro», afferma la dottoressa Lorella Cappucciati, responsabile dell’attività di ricerca per le professioni sanitarie dell’Ausl di Piacenza.
«La possibilità di sviluppare questo percorso – aggiunge la referente – è strettamente legata alla visione del direttore assistenziale Andrea Contini, che ne ha colto fin da subito il significato e il potenziale, sostenendone con convinzione la crescita».
Nel corso degli ultimi quattro anni è stato definito un modello organizzativo innovativo: 25 professionisti sanitari – tra assistenti sanitari, educatori, fisioterapisti, infermieri, logopedisti, ostetriche, tecnici di laboratorio e tecnici di radiologia – sono stati selezionati per operare come referenti di ricerca all’interno di diversi ambiti aziendali, con ruoli definiti e complementari. Collaborano con il responsabile dell’innovazione e con il responsabile della ricerca per facilitare la progettazione, promuovere la formazione e supportare i colleghi nello sviluppo di protocolli e nella gestione delle attività scientifiche. Questo sistema ha portato a una crescita significativa nella produzione di studi: 76 i progetti di ricerca avviati, alcuni già pubblicati, altri in fase di validazione.
Tra le ricerche più recenti si segnalano uno studio sulla gestione delle lesioni da pressione a domicilio, una nuova scala di valutazione per prevedere il rischio di cadute in casa e il progetto DOS, una ricerca multicentrica e multiprofessionale sulla valutazione del Delirium nei reparti di Neurologia e Geriatria. Nel 2025, due studenti della magistrale dell’Università di Modena e Reggio Emilia hanno svolto un tirocinio all’interno di progetti di ricerca attivi dell’Ausl di Piacenza, a conferma di una rete in crescita e aperta al contributo delle nuove generazioni. Una di loro ha poi scelto di restare per svolgere anche il proprio internato di tesi, partecipando a un processo di innovazione organizzativa volto a introdurre nuove soluzioni per gestire in modo più efficiente alcune procedure cardiologiche.
In questo contesto si inseriscono i due corsi promossi nel 2025, entrambi già esauriti: uno dedicato alla metodologia della ricerca clinica, che ha visto protagonisti anche parte degli animatori formati nel 2021; l’altro dedicato alla ricerca organizzativa, con un focus sugli approcci misti e sulla trasferibilità dei risultati nella gestione dei servizi. Entrambi i percorsi, su invito e con riconoscimento ECM, combinano momenti teorici, esercitazioni pratiche, tutoraggio e produzione concreta di protocolli da presentare ai Comitati etici per l’avvio degli studi.
«In questo modello, la ricerca nelle professioni sanitarie e sociali non è un’attività separata, ma parte integrante della pratica quotidiana», afferma il direttore assistenziale Andrea Contini. «Permette di valutare l’efficacia degli interventi e di orientare l’agire professionale sulla base dell’evidenza e della riflessione critica. Per l’Ausl di Piacenza si tratta di una scelta strategica e consapevole: riconosciamo nella ricerca un punto di partenza fondamentale per professioni che evolvono, si rinnovano e mettono al centro la qualità dei percorsi, dei servizi e delle risposte ai bisogni delle persone».