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“Le tecnologie robotiche sono la nuova frontiera per la fisioterapia”. Ne è profondamente convinto Gianfranco Lamberti, alla guida del Dipartimento di Medicina Riabilitativa di Fiorenzuola in cui sono presenti ben due dispositivi esoscheletrici realizzati in modo da poter effettuare il movimento dell’arto superiore o inferiore applicando forze su aree estese di contatto con il dispositivo.

Tra i vantaggi della tecnologia robotica applicata alla fisioterapia, il dottor Lamberti pone in primo luogo il “sensibile miglioramento delle possibilità diagnostico-valutative, cui si affianca una maggiore accuratezza delle procedure terapeutiche. Gli studi sull’impiego dei robot in riabilitazione – prosegue il professionista – spaziano in diversi campi in particolare per la riabilitazione neurologica, il trattamento di ictus, lesione al midollo spinale, sclerosi multipla, trauma cranico. Manca però un quadro di riferimento condiviso che indichi come queste tecnologie possano integrarsi nell’offerta riabilitativa”.

Il Dipartimento di Medicina riabilitativa di Fiorenzuola guidato da Gianfranco Lamberti si propone di contribuire significativamente allo studio e alla progettazione delle diverse modalità di trattamento, in modo da adattare le caratteristiche del trattamento alle menomazioni del paziente e promuovere fenomeni di neuroplasticità in modo più specifico.

“La riabilitazione assistita da robot – prosegue il professionista - è ormai da considerarsi parte dell’intervento riabilitativo che ha lo scopo di integrare i trattamenti standard. I robot sono dotati di sistemi di controllo per individualizzare l’intervento riabilitativo a seconda delle necessità. I trattamenti riabilitativi assistiti da robot sono, quindi, caratterizzati da alta intensità e ripetitività, sono sicuri e affidabili e permettono la quantificazione dei parametri caratteristici dei movimenti effettuati. All’Ospedale di Fiorenzuola sono presenti due dispositivi esoscheletrici, realizzati in modo da poter accompagnare il movimento sia dell’arto superiore sia dell’arto inferiore applicando forze su aree estese di contatto con il dispositivo. L’interfaccia uomo-macchina è estesa su tutto l’arto o a gran parte di esso con un controllo diretto del movimento in ogni segmento dell’arto producendo forze necessarie per muovere separatamente ogni segmento, secondo ogni componente indipendente del movimento desiderato. I sistemi a esoscheletro eseguono lo stesso tipo di movimento svolto dal paziente e il movimento è uguale a quello delle articolazioni in contatto con il dispositivo robotico.

Ultimo aggiornamento

03-11-2022 13:11

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