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Diabetologia e Geriatria territoriale come strutture sempre più della comunità. Oggi, a piazzale Milano, il taglio del nastro per i due reparti, che da qualche mese hanno sede negli spazi di una Casa della Salute che sta diventando sempre di più Casa della Comunità.

A presentare questa novità importante per la nostra provincia, Paola Bardasi, direttore generale Ausl di Piacenza; Raffaele Donini, assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna; Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza; Patrizia Calza, vicepresidente della Provincia; Lucia Fontana, presidente della Conferenza territoriale sociosanitaria; Anna Maria Andena, direttore del dipartimento Cure primarie Ausl Piacenza; Maurizio Bianco, responsabile di Diabetologia e Pasquale Salvatore Turano, direttore di Geriatria territoriale e del consultorio deterioramento cognitivo.

Proprio il direttore generale Bardasi ha sottolineato come “in questo momento si passi da un luogo in cui si erogano prestazioni sanitarie a un luogo dove la comunità intera si sente parte di un percorso. Il cittadino, anche se sano, si sente partecipe di un processo di costruzione. Penso a un volontario, penso a un ragazzo che fa assistenza agli anziani”.

Lo spostamento dall’ospedale, ricordiamolo, si inquadra in un percorso di sviluppo dell’ambito territoriale, in linea con le indicazioni del DM77. Un percorso figlio di proiezioni più che mai chiare: la popolazione nei prossimi anni sarà mediamente sempre più anziana e i diabetici sempre più in crescita.

Il focus delle Case della Comunità, quindi, non è più solo sanitario: c’è un approccio integrato e multidimensionale con il settore sociale e una partecipazione della comunità locale nelle sue varie forme (associazioni, terzo settore).

In Emilia-Romagna, dove le Case della Salute sono attive da anni, le indicazioni del decreto consentono di rendere ancora più maturo ed efficace il processo intrapreso. Anche a Piacenza l’investimento è forte, sia in termini economici (basti pensare che in città è prevista la realizzazione di una seconda struttura in città finanziata dal PNRR) sia organizzativi.

“La Diabetologia – ha osservato la dottoressa Andena – garantisce già servizi assolutamente capillari su tutto il territorio. E così la Geriatria territoriale. Abbiamo quindi voluto dare un segnale forte in termini di co-progettazione e condivisione con altre parti non sanitarie della nostra area territoriale”. A tal proposito, il dottor Bianco si è detto felice di queste novità “perché le sfide future saranno severe. I numeri dei futuri diabetici fanno paura, serve grande coordinamento, anche con i medici di Medicina generale”. Gli fa eco il dottor Turano, che ha constatato come “ora sia possibile, ad esempio, allargare certi percorsi anche ai famigliari dei malati di Alzheimer. Penso ai centri d’ascolto, ma anche al potenziamento dei rapporti con i medici di Medicina generale e degli interventi a domicilio. Il tentativo è quello di seguire il paziente durante tutte le fasi della malattia”.

E se il sindaco Tarasconi ha ringraziato l’Azienda Usl per il grande sforzo profuso (“e se qualcosa andrà migliorato – metto le mani avanti – noi ci saremo”), l’assessore Donini ha analizzato questa transizione verso il concetto di comunità affermando che “la sfida è quella del DM77. Dobbiamo dare risposte integrate, in primis quella ospedale-territorio, e poi quella che riguarda la sfera sanitaria rispetto alla vulnerabilità sociale. Ormai tutta la letteratura scientifica è unanime nel riconoscere che laddove esiste una vulnerabilità sociale è facile che si innesti un problema di diabete, e che laddove esiste un bisogno legato ai disturbi cognitivi si innesti, nella famiglia, un forte bisogno di assistenza. Stiamo provando a dare risposte precise e complete rispetto a sfide future in un momento delicatissimo per la nostra Sanità, e di questo non possiamo che essere orgogliosi”.

Sul territorio sono già 8 Case della Salute e si sta lavorando per realizzare altre 4 Case della Comunità. Uno dei punti chiave della programmazione è la relazione con le associazioni di volontariato e del terzo settore che costituiscono uno stakeholder rilevante da coinvolgere nella costruzione di un luogo che miri a diventare un punto di riferimento per l’intera comunità.

Il percorso è integrato con gli enti territoriali e coinvolge la cittadinanza: in provincia sono infatti attive e consolidate diverse esperienze di laboratori partecipati che vedono lavorare insieme associazioni, studenti, amministratori e operatori sanitari, con l’obiettivo comune di creare davvero una Casa che sia della Comunità, dove le persone possano trovare risposta ai bisogni di natura sanitaria e sociosanitaria e anche incidere sui propri comportamenti personali attraverso scelte consapevoli e informate.

Diabetologia

“Per valutare l’importanza dell’inserimento di Diabetologia nel contesto della Casa della salute e della Comunità – osserva il dottor Bianco – dobbiamo partire dai numeri: sono 8200 i pazienti seguiti su tutto il territorio provinciale. Di questi circa 5mila fanno riferimento alla struttura cittadina. Alla luce di questi dati è facile intuire i plus che apporta questa location ai nostri pazienti che, non solo non si ritrovano immersi in un contesto di cura ospedalizzato con tutti i risvolti psicologici del caso, ma possono sfruttare tutti i vantaggi e le possibilità che una struttura multidisciplinare gli può garantire: gli sportelli Cup per le prenotazioni, ambulatori specialistici cardiologici, dermatologici e della medicina dello sport, ambulatori vaccinali e il punto distribuzione diretta della farmacia per reperire i medicinali necessari alla terapia.

“Inoltre, grazie a spazi più ampi, abbiamo potuto rinsaldare la collaborazione con l’associazione dei pazienti che sono presenti in reparto due volte la settimana per attività di supporto, ascolto e coinvolgimento”.

Geriatria territoriale e consultorio deterioramento cognitivo

“La Casa della salute – sottolinea il dottor Turano – è il luogo ideale per rispondere alle esigenze dei nostri pazienti e dei caregiver, ovvero le persone che quotidianamente si occupano di loro. Per questo siamo estremamente soddisfatti, e come noi i nostri assistiti, della collocazione del reparto in una struttura territoriale multiservizi che ci garantisce spazi idonei per le visite e per l’accoglienza, consentendo importanti momenti di incontro, confronto e supporto. La compresenza della specialistica ambulatoriale soddisfa l’esigenza di cura a 360 gradi della persona, filosofia che abbiamo da tempo abbracciato potenziando l’attività medica, geriatrica e neurologica con personale dedicato specificatamente anche alle esigenze delle persone con decadimento neurologico sotto i 65 anni di età.

“Al reparto afferisce anche il centro provinciale di ascolto demenze che due volte la settimana garantisce un front office telefonico con uno psicologo cui spetta anche il compito di gestisce le richieste raccolte dalla segreteria telefonica del centro attiva h24. Gli psicologi impegnati al centro offrono ascolto e supporto a pazienti e famigliari e hanno anche un importante ruolo di orientamento e consulenza promuovendo il confronto attivo tra pazienti e parenti. Gli ampi spazi a disposizione ci hanno consentito di attivare servizi dedicati all’unità valutazione multidimensionale geriatrica e alla medesima unità per adulti disabili, inoltre abbiamo luoghi dedicati all’organismo tecnico provinciale per accreditamento e all’osservatorio provinciale delle lesioni da decubito.

“La rete di supporto al paziente si completa con la presenza in sede degli assistenti sociali che coordinano l’attività del centro di ascolto e si interfacciano con i servizi sociali dei comuni sul territorio”.

Ultimo aggiornamento

04-02-2023 10:02

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