Il percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale per i linfomi e altre patologie linfoproliferative è attivo nella nostra Ausl dal 2017 ed è stato uno dei primi istituiti a livello regionale.

l linfomi rappresentano l'emopatia maligna più frequente e con più alto tasso di guarigione. Vengono suddivisi in due grandi gruppi: linfomi di Hodgkin (LH) e linfomi non Hodgkin (LNH); questi ultimi rappresentano una categoria molto eterogenea che comprende forme indolenti o a basso grado di malignità e forme aggressive o ad alto grado di malignità. Le malattia linfoproliferative possono manifestarsi con l'ingrossamento di uno o più linfonodi ma anche con lesioni a carico di altri organi (cute, tratto gastro-enterico) e talvolta con sintomi sistemici come febbre, dimagrimento, astenia, prurito, sudorazioni notturne profuse. Si tratta di patologie complesse, sia nella fase diagnostica, che può porre importanti problemi di diagnosi differenziale con altre patologie e tra i molteplici istotipi, sia nella fase terapeutica, che comprende una ricca gamma di trattamenti: immuno-chemioterapia, radioterapia, farmaci biologici e, in alcuni casi selezionati, terapie di tipo cellulare e trapiantologico.

Il percorso del paziente prevede tre fasi principali: la fase diagnostica e di stadiazione, la fase di trattamento e la fase di follow-up. L'obiettivo principale della prima fase del percorso è arrivare in tempi rapidi alla diagnosi istologica mediante un prelievo bioptico. Una volta ottenuta la diagnosi di linfoma, è necessario completare in tempi altrettanto rapidi la stadiazione della malattia (con TAC e PET total body) e procedere con la programmazione terapeutica più adeguata. Oltre alla stadiazione strumentale di base, viene incentivata una valutazione e presa in carico globale del paziente, con particolare attenzione alle comorbidità, allo stato di fitness, allo studio della funzionalità cardiaca e polmonare, alla preservazione della fertilità nelle giovani donne.
È stato istituito un gruppo di lavoro multidisciplinare che si riunisce ogni 10-15 giorni per discutere tutti i nuovi casi clinici e i pazienti più complessi. Il gruppo multidisciplinare è composto da ematologo, radioterapista, anatomo-patologo, radiologo, medico nucleare, infermiere, psicologo. È inoltre sempre invitato il medico di medicina generale per condividere la migliore scelta terapeutica. Ogniqualvolta possibile, viene offerta al paziente la possibilità di partecipare a protocolli clinici di ricerca che permettono di accedere alle terapie più innovative. Il Centro di Ematologia di Piacenza partecipa da molti anni attivamente agli studi clinici della Fondazione Italiana Linfomi, la principale onlus che si occupa di ricerca in questo ambito a livello nazionale. Nel caso di pazienti anziani/compromessi o con malattia avanzata viene coinvolto il servizio di Cure palliative. La corretta presa in carico del paziente lungo tutte le fasi del percorso diagnostico e terapeutico-assistenziale è garantita dalla figura dell'infermiere case manager, che rappresenta anche un importante elemento di sostegno ai familiari/caregiver.
Responsabile del percorso: Annalisa Arcari


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