Contenuto
L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ha ospitato lun incontro scientifico dedicato all'amiloidosi cardiaca, con particolare focus dal territorio all’ospedale. L'importante momento di aggiornamento ha coinvolto cardiologi, neurologi, ematologi, nefrologi e altri specialisti impegnati nella diagnosi e nella gestione di questa patologia complessa.
Un tempo considerata rara, l’amiloidosi cardiaca è oggi sempre più riconosciuta grazie ai progressi nelle tecniche diagnostiche, come la risonanza magnetica con mapping tissutale e la scintigrafia con traccianti specifici. Questi strumenti permettono di individuare la malattia in fase precoce, aprendo la strada a trattamenti più tempestivi e personalizzati.
Nel corso dell’evento è stata sottolineata l’importanza di un approccio multidisciplinare, che unisca le competenze ospedaliere a quelle della medicina del territorio.
Daniela Aschieri, direttore di Cardiologia e Utic di Piacenza e responsabile scientifica del convegno, ha ribadito come il lavoro di squadra sia fondamentale per garantire ai pazienti diagnosi accurate e cure mirate. «La diagnosi precoce è fondamentale per ottimizzare il percorso di cura. Dobbiamo rafforzare il collegamento tra specialisti e medicina territoriale per offrire un’assistenza sempre più efficace e centrata sulla persona», ha dichiarato.
Durante i lavori sono stati approfonditi numerosi aspetti clinici e organizzativi: dal riconoscimento dei segnali d’allarme e delle manifestazioni extra-cardiache, al ruolo delle tecniche di imaging, fino all’analisi dei nuovi approcci terapeutici. Ampio spazio è stato dedicato alla presentazione di casi clinici reali e alle strategie per integrare le nuove terapie farmacologiche nei percorsi di cura.
L’incontro ha rappresentato un’opportunità concreta di aggiornamento per medici, infermieri e operatori sanitari, sempre più chiamati a collaborare in rete per rispondere in modo efficace ai bisogni dei pazienti con amiloidosi cardiaca.