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Ci sono anniversari speciali che hanno il sapore della vittoria e della consapevolezza che la malattia non è e non deve essere un limite. Claudio Cella spegne 40 candeline e festeggia 40 anni di dialisi. Un traguardo importante e simbolico che rappresenta per tutti i pazienti una speranza.

“La prima seduta di dialisi l’ho fatta a marzo 1983 –racconta Claudio – avevo 19 anni, ora ne ho 58. Questo traguardo è merito dei medici che mi hanno seguito con dedizione professionalità, delle innovazioni tecnologiche che hanno reso la terapia più conciliabile con la vita quotidiana, delle infermiere e delle Oss, una seconda famiglia che mi hanno accompagnato nei momento buoni e i quelli più difficili, ma è anche merito mio. Mio che non mi sono mai arreso alla malattia e ho voluto conoscere e approfondire cosa potevo o non potevo fare, che mi sono impegnato per il mio benessere, che ho sempre avuto una prospettiva positiva”.

“L’alleanza con il paziente è la chiave per una cura efficace – sottolinea Roberto Scarpioni, direttore di Nefrologia e dialisi dell’Azienda Usl accompagnato dalla dottoressa Sara De Amicis e da Simona Lascani, coordinatore infermieristico di Nefrologia e dialisi – Oggi siamo qui per festeggiare con Claudio questo traguardo e uso il termine festeggiare non a caso: festeggiare la vittoria della cura che, nonostante la malattia, ha donato a Claudio una vita normale, con certi limiti, ma normale. Malato fin dalla più tenera età Claudio ha avuto il primo ricovero nel marzo del 1983. Da quel giorno ha iniziato la dialisi e nonostante debba fare la terapia tre volte la settimana ha vissuto serenamente: da poco è andato in pensione dopo anni di lavoro. Claudio è il simbolo, per tutti i malati, che la malattia ti limita, ma non ti vince. Una storia – continua il dottor Scarpioni – che è la storia della dialisi stessa costellata. A Piacenza le prime apparecchiature arrivarono nel 1970 merito di mio padre Lionello Scarpioni che dopo aver studiato la tecnica in America l’aveva porta in Italia. Allora erano solo tre e ancora non veniva considerata come cura: oggi abbiamo 38 apparecchi solo a Piacenza e abbiamo in carico 185 pazienti che effettuano emodialisi a Piacenza, Fiorenzuola, Castel San Giovanni e Bobbio a cui si aggiungono 38 pazienti che effettuano la terapia al proprio domicilio, 135 pazienti trapiantati e 800 persone seguite dei nostri Day Hospital”.

“Da Claudio – aggiunge commossa Simona Lascani – dobbiamo imparare tanto, lui è un esempio e un amico con cui siamo cresciuti e stiamo invecchiando insieme”

Al momento di festa ha voluto partecipare Andrea Magnacavallo, direttore sanitario dell’Azienda Usl che ha voluto celebrare questo momento e ascoltare la storia di Claudio frutto “della volontà del paziente unita all’eccellenza della nostra Nefrologia che è stata pioniera nella cura e continua a vantare una grande esperienza di alto profilo con una grande capacità di presidio del territorio”.

Ultimo aggiornamento

07-04-2023 14:04

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