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Maurizio Bianco è stato ufficializzato come direttore della Diabetologia. Con un'esperienza di 25 anni all'interno dell'azienda, porta con sé una visione della realtà del servizio e della gestione ambulatoriale dei pazienti seguiti a livello territoriale.
"Sicuramente il dottor Bianco - evidenzia il direttore generale Paola Bardasi - ha una profonda conoscenza della nostra realtà provinciale. Nella cura del diabete, ci aspetta una sfida importante: rafforzare la medicina di iniziativa, migliorare il monitoraggio remoto e potenziare la collaborazione multidisciplinare per una gestione più efficace del paziente cronico. Inoltre, occorre ottimizzare le risorse e ridurre le ospedalizzazioni, favorendo percorsi assistenziali personalizzati e accessibili".
"Il diabete è patologia silenziosa e subdola che spesso può manifestarsi con le complicanze che colpiscono vari organi quando è in fase avanzata", afferma Bianco. I dati globali indicano una crescita allarmante della patologia, con una previsione di 700 milioni di diabetici nel mondo entro il 2045. "Abbiamo davanti a noi 20 anni di incremento esponenziale, è fondamentale lavorare su più fronti: prevenzione, screening e promozione di sani stili di vita". La prevenzione è essenziale per evitare le complicanze del diabete quando diagnosticato e per individuare i pazienti a rischio per tale patologia. Molte persone convivono infatti una condizione di pre malattia senza esserne consapevoli. Si stima che in Italia siano circa un milione le persone che soffrono di diabete senza esserne a conoscenza.
Identificare precocemente il pre-diabete è cruciale. I principali fattori di rischio includono familiarità per diabete, sovrappeso, ipertensione arteriosa, storia di malattie cardiovascolari, sedentarietà, alterazioni glicemiche e alterazioni dell’assetto lipidico. "Chi presenta fattori di rischio dovrebbe sottoporsi almeno una volta all'anno a esami del sangue per monitorare parametri come glicemia, assetto lipidico ed emoglobina glicata " sottolinea Bianco. Eventi come lo screening glicemico offerto dal reparto in occasione della Giornata mondiale del diabete permettono di intercettare nuovi casi e indirizzare i pazienti verso percorsi di cura adeguati. Certamente in tutto questo il ruolo del medico di famiglia rimane fondamentale.
Nel caso del pre-diabete, un'adeguata alimentazione e un'attività fisica regolare possono ridurre il rischio di progressione verso la malattia conclamata. "Adottare uno stile di vita attivo, fare controlli regolari e affidarsi al medico di famiglia permette di riconoscere in tempo i segnali del diabete e proteggere la propria salute".
La gestione del diabete nella provincia di Piacenza si basa su un modello integrato tra lo specialista diabetologo e il medico di medicina generale. "Gli ambulatori di Diabetologia, collocati nelle Case della Salute e Comunità della nostra provincia garantiscono una copertura territoriale capillare, riducendo la necessità di spostamenti e migliorando l'aderenza alle cure" spiega Bianco. "Seguire una terapia per decenni può essere complesso e frustrante. Per questo la Diabetologia mette a disposizione anche un supporto motivazionale alla cura che vede coinvolta la figura di uno psicologo dedicato. Il paziente non è un numero, ma una persona che costruisce nel tempo un rapporto di fiducia con il team sanitario" aggiunge il neo direttore. Non dimentichiamo infine il ruolo di supporto attivo svolto sulla sensibilizzazione alla malattia da parte dell’associazione locale dei pazienti diabetici.
“Nel modello assistenziale della nostra provincia – aggiunge lo specialista - il paziente con diabete è al centro di un percorso di cura che prevede un team multidisciplinare composto da diabetologo, psicologo, infermiere specializzato, dietista e medico di famiglia. "Il ruolo di quest'ultimo è centrale nel seguire i pazienti stabilizzati ed a bassa complessità assistenziale, garantendo un monitoraggio costante del compenso glicemico e riaffidandoli allo specialista diabetologo in caso di necessità" spiega Bianco.
Secondo le stime, nella provincia di Piacenza si contano circa 18.000 diabetici: oltre 10.300 in carico agli ambulatori della Diabetologia, circa 3.000 seguiti negli ambulatori della cronicità e più di 4.000 gestiti direttamente dai medici di famiglia, ma difficilmente tracciabili. Il tasso di prevalenza del diabete a livello provinciale è circa dell’8%, superiore alla media regionale che è del 7,5%.
"Non disponiamo di un registro specifico del diabete per la provincia, ma negli ultimi 20 anni ho assistito a una crescita costante del numero di casi diagnosticati ogni anno, con circa 1.200 nuovi pazienti all’anno. La maggior parte riguarda il diabete di tipo 2, che colpisce prevalentemente gli adulti sopra i 40 anni. Il diabete di tipo 1, invece, riguarda circa il 10% della popolazione diabetica ed è una patologia con cause e gestione della terapia diverse rispetto al tipo 2”, evidenzia Bianco.
L'incremento dei casi di diabete mellito rende pertanto indispensabile il rafforzamento delle strategie di prevenzione, diagnosi precoce e gestione territoriale. "Gli screening mirati e la collaborazione tra specialisti e medicina generale sono essenziali per intercettare i pazienti non ancora diagnosticati e prevenire le complicanze cardiovascolari, che rappresentano il principale rischio associato alla malattia", conclude Bianco.