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La demenza non è solo un disturbo neurodegenerativo, ma una condizione che invade la quotidianità delle persone, erode le relazioni, mette alla prova la tenuta affettiva e organizzativa delle famiglie. Sempre più spesso, è anche una sfida collettiva, che interpella la sanità pubblica, le istituzioni, i servizi sociali e la comunità tutta. 

L’Organizzazione mondiale della sanità l’ha inserita tra le priorità di salute pubblica globale. I numeri non lasciano spazio a dubbi: l’incidenza cresce in modo esponenziale con l’età e interessa, in Italia, centinaia di migliaia di persone. Ma dietro ogni diagnosi c’è un nucleo familiare che si riorganizza, si affatica e cerca risposte. Per ogni paziente, ci sono almeno due o tre persone che si prendono cura, spesso in solitudine e magari con scarsa conoscenza della malattia e della sua evoluzione. 

Il Centro di ascolto per la demenza (Cade) dell’Azienda Usl di Piacenza è un luogo in cui i familiari trovano ascolto e competenze. È qui che si orientano tra i servizi disponibili, ricevono consulenze e accedono a percorsi psicologici di supporto. È qui che scoprono di non essere soli. 

Per rendere ancora possibile il proseguimento di questo progetto così importante per la comunità, la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha destinato 56mila euro al mantenimento del Cade, confermando ancora una volta la propria capacità di collaborare con l'Azienda sanitaria per sostenere la rete di cura del territorio. 

“A fianco degli interventi di cura delle persone anziane affette da demenza - commenta il presidente Roberto Reggi - è fondamentale  promuovere il sostegno alla una rete familiare comprensibilmente in difficoltà. L’assistenza ai caregiver è parte di un percorso ampio, fra Sanità e Welfare di comunità, che riconosce e sostiene il ruolo fondamentale dei familiari, li affianca e li aiuta a gestire le difficoltà legate a un impegno quotidiano, ed è contemporaneamente strumento per una sensibilizzazione collettiva su un problema purtroppo sempre più diffuso tra i nostri anziani”.  

Il Centro non è un ambulatorio nel senso tradizionale. È uno spazio di relazione che si attiva attraverso una linea telefonica dedicata e una segreteria attiva 24 ore su 24. È sufficiente lasciare un messaggio con nome e numero di telefono per essere ricontattati da uno specialista. Psicologi, geriatri, neurologi, infermieri e assistenti sociali rispondono in modo qualificato, ma soprattutto empatico. Il servizio è gratuito e accessibile. Il numero da contattare è 0523.317512

Oltre all’ascolto, il Cade offre gratuitamente percorsi di accompagnamento psicologico individuale e di gruppo, momenti di condivisione e strumenti per affrontare il presente con maggiore lucidità e forza. 

“Il Cade – sottolinea  Pasquale Salvatore Turano, direttore della Geriatria territoriale e del Consultorio per il deterioramento cognitivo - nasce nel 2022 con l’obiettivo di offrire ai familiari della persona con demenza ascolto rispetto al cambiamento di vita; orientamento  e consulenza sia rispetto alla lettura del bisogno emergente, sia rispetto alle possibili risposte in termini di informazioni sulla demenza, servizi sul territorio, presa in carico, possibilità di supporto e sostegno psicologico".

"Sin dalla sua prima attuazione - prosegue lo specialista, ideatore del Centro di ascolto per la demenza- è diventato un punto di riferimento strutturato e continuativo per i familiari della Provincia di Piacenza e per tutte quelle persone che hanno curiosità di conoscere le problematiche legate ai disturbi neurocognitivi e come affrontarle. Fino al 31 dicembre scorso i professionisti del Cade hanno risposto a 429 telefonate. Sono stati garantiti 308 colloqui psicologici singoli e attivati 162 incontri di gruppi di auto e mutuo aiuto ai quali hanno partecipato 864 persone. Diversi inoltre sono stati gli incontri informativi organizzati nei Distretti e in collaborazione con gli assessorati comunali e con l'associazione dei familiari”. 

«Il Centro di ascolto per la demenza è un esempio virtuoso di sanità territoriale – sottolinea Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl - capace di mettere al centro la persona e la rete che la sostiene. Grazie al supporto della Fondazione di Piacenza e Vigevano, possiamo continuare a garantire un servizio fondamentale, che unisce competenze professionali, umanità e visione sociale. È questo il modello di assistenza che vogliamo rafforzare: accessibile, integrato, vicino ai bisogni reali delle persone. La demenza, oggi, chiede alla sanità un salto di paradigma. Non basta più curare, bisogna costruire ambienti e relazioni che sappiano contenere e accompagnare. Il Cade è un modello di questo approccio: non un servizio “in più”, ma un segno di civiltà, un ponte tra la dimensione clinica e quella esistenziale del vivere con la fragilità". 

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Ultimo aggiornamento

25-06-2025 09:04

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