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L’Ausl di Piacenza è stata fra i protagonisti di Fiaso25, convention di tre giorni che si conclude oggi al Palazzo dei Congressi di Roma. Un ciclo di incontri, quelli organizzati dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, per discutere di Sanità in campo aperto, favorendo il confronto con i professionisti, i diversi stakeholder, la politica. Obiettivo, individuare nuove rotte per la Sanità italiana.

Proprio nel pomeriggio di ieri, a Roma, Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl di Piacenza, nonché coordinatrice Fiaso Emilia-Romagna, ha presentato un intervento sugli Ospedali di comunità (Osco) e le cosiddette Cot, Centrali operative territoriali, all’interno dell’area tematica dedicata alla Sanità terrotoriale. “Il Pnrr con le sue progettualità e i suoi finanziamenti – ha osservato Bardasi - si prefigge di sostenere e riformare l’assistenza sanitaria ospedaliera e territoriale seguendo tre principali direttrici: Case della Comunità e presa in carico della persona perseguendo la “casa come primo luogo di cura”; avvio delle Cot con funzione di coordinamento della presa in carico della persona facilitando il raccordo tra servizi e professionisti anche con il supporto della telemedicina;

il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di comunità, hospice)".

“Oggi, quindi, le Cot – ha proseguito Bardasi – si affiancano ai diversi sistemi di case management già attivi e ideati in autonomia da Regioni e singole Aziende. Interessante capire come l’introduzione di questo servizio “interno” alle singole Aziende (non attivabile dall’utente) impatti, modifichi e si integri con i percorsi e gli strumenti fin da ora presenti a garanzia della continuità di cura. Gli Osco rappresentano invece una struttura sanitaria di ricovero che afferisce alla rete di offerta territoriale svolgendo una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Ora, per rendere questi nodi strumenti efficaci di presa in carico, sono necessari modelli organizzativi, risorse umane e competenze adeguate”.

Un punto cruciale, quello evidenziato. Perché se le Cot rappresentano una novità assoluta e quindi necessitano di una vera e propria progettazione, per quanto concerne gli Osco, ha osservato Bardasi, “è giunta l’ora di effettuare quel “salto” evolutivo che li differenzi in modo definitivo da uno stabilimento ospedaliero. Ancora oggi molto spesso l’organizzazione, le procedure operative e la gerarchia rispecchiano quelle di un reparto ospedaliero”. Lanciando quindi una sfida: “Siamo pronti, in tutto il territorio nazionale, ad esempio, ad assegnare piena responsabilità organizzativa al personale infermieristico, attribuendogli una maggiore autonomia per la gestione di situazione complesse?”. A Roma, il confronto ha riguardato infatti il modo in cui ogni regione ha applicato gli standard dichiarati dal Dm 77, quali sono state le esperienze realizzate fino ad oggi e, in particolare, su quali risorse professionali si fonda il singolo modello regionale e quale percorso formativo è previsto per i professionisti impegnati a vario titolo.

Fiaso25, però, ha avuto anche un’altra declinazione: Marketplace, la raccolta e la condivisione delle esperienze innovative e delle buone pratiche realizzate da ciascuna Azienda associata nell’ambito delle aree tematiche della convention. L’Azienda Usl di Piacenza, nella fattispecie, ha inserito in una banca dati online, disponibile sul sito Fiaso25.it, cinque documenti: Evelina Cattadori, direttore Innovazione e ricerca, processi clinici e strutture accreditate, “Il nuovo modello organizzativo per la ricerca e la sperimentazione clinica”; Stefano Fugazzi, direttore Servizi per l'accesso e relazioni con l'utenza, “Lo sportello virtuale dell’Azienda Usl di Piacenza: il portale cambio/scelta medico per il miglioramento dell’interazione con l’utenza”; Giuseppe Magistrali, direttore del distretto di Ponente, “Dalla Casa della Salute alla Casa della Comunità della Val Tidone”; Francesco Oleari, coordinatore rete aziendale accessi vascolari, “Ambulatorio infermieristico dedicato alla gestione dei pazienti portatori di accessi vascolari”; Adonella Visconti, dirigente Professioni sanitarie (area territoriale), “IFeC Aree Interne “partecipazione attiva e alleanza con i cittadini” (all’interno dell’area tematica “Dm 77 e sviluppo dell’assistenza territoriale”). Visconti, per l’occasione, ha presentato ieri, di persona, il proprio contributo focalizzando l’attenzione sulla figura, appunto, dell’infermiere di famiglia e della comunità (IFeC), rispetto all’esperienza dei Comuni di Vernasca, Morfasso, Bettola, Ponte dell’Olio, Farini e Ferriere. Un intervento che ha mostrato sia punti di forza, sia criticità, e illustrato la natura dei 70 interventi attivi, con relativa presa in carico, finora registrati. In chiusura, un occhio al futuro, che passa anche attraverso la sovrapposizione dell’attività dell’IFeC con la già esistente Assistenza domiciliare.

Ultimo aggiornamento

10-11-2023 08:11

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