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Quando Francesco Giangregorio varcò per la prima volta la soglia dell’ospedale di Castel San Giovanni, era il 1996. Una sostituzione temporanea in Medicina interna segnava l’inizio del suo cammino professionale nell’Azienda Usl di Piacenza. Oggi, quasi trent’anni dopo, torna in quello stesso reparto – ma da direttore. Non è solo un passaggio di testimone, è la storia di un medico che ha saputo crescere, innovare, ascoltare e ora restituisce alla comunità esperienza, visione e umanità. Una figura stimata e ben conosciuta in ambito aziendale, Giangregorio guiderà un’équipe composta da otto medici, con l’obiettivo di rafforzare l’identità clinica del reparto, valorizzare la competenza professionale e offrire cure sempre più vicine alle esigenze dei cittadini.
« L’ecografo è il fonendoscopio 2.0: uno strumento clinico, prima ancora che tecnologico» – afferma Giangregorio. Una frase che è insieme una dichiarazione di intenti e un manifesto del suo approccio professionale. Nel proprio percorso, il medico ha lavorato fino al 2001 nel Pronto soccorso di Piacenza, per poi proseguire la sua carriera in Gastroenterologia, dove è rimasto fino al dicembre 2020.
Durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, la sua figura è emersa in modo netto, anche grazie a un piccolo strumento capace di fare la differenza. «Con il mio ecografo palmare – grande poco più di uno smartphone – andavo di casa in casa per diagnosticare le polmoniti. Ho visto realtà sconosciute, incontrato persone mai viste, toccato la fiducia di chi, pur con paura, ci apriva la porta sapendo che una diagnosi poteva salvare una vita». Quelle esperienze, umane e professionali, hanno lasciato un segno profondo, contribuendo a plasmare il medico che oggi prende le redini del reparto.
Negli ultimi anni, Giangregorio ha diretto la Medicina generale dell’ospedale di Codogno, portando avanti con passione anche un’intensa attività di ricerca clinica. È di particolare rilievo la pubblicazione scientifica del 2024 sull’uso dell’ecografo palmare su un campione di 1000 pazienti, apparsa sulla rivista Ultrasound Interaction: una ricerca osservazionale che ha confermato come l’ecografia tascabile non solo sia affidabile e sicura, ma abbia consentito nel 47% dei casi diagnosi dirette al letto del paziente, evitando trasferimenti e disagi, e nel 7% dei casi abbia portato alla scoperta di patologie inattese.
Giangregorio ha approfondito anche l’utilizzo dell’ecografia con mezzo di contrasto direttamente al letto del degente, un’innovazione che consente diagnosi tempestive, riduzione dei costi e miglioramento della qualità dell’assistenza. Esperienza che porterà ora con sé nella nuova direzione della Medicina interna piacentina.
Il suo obiettivo, infatti, non si limita alla gestione del reparto: tra i progetti che intende sviluppare ci sono l’implementazione dell’attività ambulatoriale, la creazione di percorsi multidisciplinari per patologia e la costruzione di una rete territoriale più integrata, in grado di seguire il paziente lungo tutto il suo percorso di cura.
Nel segno della continuità, ma anche del rinnovamento, l’arrivo di Giangregorio conferma l’impegno dell’Azienda verso una sanità vicina, competente e sempre più capace di rispondere alle esigenze dei cittadini.