Contenuto
Le interstiziopatie polmonari (ILD) rappresentano una delle complicanze più severe nei pazienti affetti da artrite reumatoide: può colpire fino al 20% dei casi e configurarsi come una delle principali cause di mortalità legate a questa malattia autoimmune. Le interstiziopatie polmonari sono patologie che colpiscono il polmone in maniera subdola, in modo asintomatico nelle fasi iniziali, ma spesso assumendo un andamento progressivo, fino alla comparsa di sintomi come tosse e affanno per sforzi anche lievi. Al momento non è possibile sospettare un interessamento respiratorio se non durante la visita in presenza.
Per colmare questo gap nella diagnosi è nato RECALL-IT, un progetto promosso dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR), che punta sull’individuazione precoce di questa possibile complicanza anche durante la telemedicina, una metodologia che permette di monitorare lo stato di salute del paziente a distanza e che sta trovando sempre più applicazioni anche in reumatologia. Il coordinatore del gruppo di reumatologi che stanno lavorando al progetto è Marco Sebastiani, professore associato in Reumatologia all’Università degli Studi di Parma e responsabile del Gruppo di studio SIR “Polmone nelle malattie reumatiche”. che da tempo svolge attività clinica all’ospedale di Piacenza.
“La diagnosi di interstiziopatia polmonare nei pazienti con artrite reumatoide è essenziale – sottolinea il professionista - perché molte delle terapie impiegate per le manifestazioni articolari possono essere inefficaci o potenzialmente controproducenti in caso di complicanze polmonari. Riconoscere la malattia in fase iniziale ci permette di avviare terapie mirate e proteggere la funzione respiratoria. Il progetto prevede un aggiornamento strutturale della piattaforma iAR Plus, piattaforma sviluppata dalla Società Italiana di Reumatologia per il monitoraggio da remoto dei pazienti reumatologici. Grazie a questo aggiornamento, sarà possibile indagare precocemente i sintomi respiratori anche durante le televisite, individuare i pazienti a rischio, accelerare l’accesso agli esami diagnostici e migliorare la collaborazione tra specialisti reumatologi e pneumologi. Un aspetto particolarmente innovativo di questo sistema – aggiunge Sebastiani - riguarda lo sviluppo di algoritmi clinici integrati nella piattaforma, capaci di segnalare automaticamente i pazienti con un profilo a rischio. Questo renderà possibile un intervento mirato, con una gestione multidisciplinare e personalizzata, che tenga conto non solo del controllo dell’infiammazione articolare, ma anche dello stato dell’apparato respiratorio”.