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Un aiuto concreto per i lavoratori colpiti dalle crisi aziendali. Lo conferma la Regione Emilia-Romagna, rinnovando un impegno che si protrae dal 2009: quello di non richiedere il pagamento del ticket sanitario per le prestazioni ambulatoriali ai lavoratori in difficoltà economiche per aver perso l’occupazione, né ai loro familiari a carico.

Confermata inoltre la distribuzione diretta gratuita dei farmaci in fascia C, compresi nei prontuari aziendali, alle famiglie indigenti individuate dai Servizi sociali.

Misure messe nero su bianco nella delibera approvata dalla Giunta nell’ultima seduta, che quantifica in 600mila euro il costo dei provvedimenti per le casse regionali, conseguenti ai mancati introiti. Saranno in vigore dal 1^ aprile 2024 fino al 31 marzo 2025: la normativa statale infatti prevede che le esenzioni restino attive fino al 31 marzo dell’anno successivo all’attivazione.

“La sanità pubblica e universalistica che la Regione Emilia-Romagna difende è anche quella che garantisce le prestazioni da parte del sistema sanitario a chi si trova in difficoltà economica e non può pagare il ticket- spiegano gli assessori alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, al Lavoro, Vincenzo Colla, e al Welfare, Igor Taruffi-. Con questo provvedimento sosteniamo chi ha perso il lavoro o è stato costretto a chiudere la propria attività e la sua famiglia. E da quest’anno facciamo un passo avanti nella semplificazione burocratica, perché basterà l’autocertificazione per ottenere l’esenzione. Un’attenzione in più, al fianco delle cittadine e dei cittadini della nostra regione in un momento delicato della loro vita”.  

I destinatari

Per ottenere l’esenzione bisogna essere cittadini residenti in un comune dell’Emilia-Romagna, possedere un’attestazione Isee (Indicatore situazione economica equivalente) pari o inferiore a 15mila euro ed essere privi o sospesi dal lavoro.

Il richiedente deve aver perso involontariamente il lavoro dipendente a tempo indeterminato non intermittente dopo il 1^ ottobre 2008, oppure aver cessato un’attività di lavoro autonomo esercitata tramite la titolarità di una partita iva. Inoltre, non deve mai essersi rioccupato, dopo la perdita dell’impiego, con un altro lavoro dipendente a tempo indeterminato non intermittente o con attività di lavoro autonomo diversa dalle forme parasubordinate o occasionali.

L’esenzione comprende anche i lavoratori sospesi da un rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato che siano in cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga, oltre ai familiari a carico di chi è in possesso dei requisiti.

La semplificazione burocratica

La Regione si è impegnata per snellire le procedure burocratiche: sarà sufficiente, infatti, presentare un’autocertificazione tramite il Fascicolo sanitario elettronico per comunicare la propria condizione di sospeso o privo di lavoro, senza necessità di ulteriori attestazioni. Saranno poi gli uffici a farsi carico delle verifiche necessarie. Chi avesse difficoltà con la tecnologia potrà comunque presentare l’autocertificazione in formato cartaceo alle Ausl. Inoltre, l’Isee da presentare può essere quella ordinaria, che fotografa i redditi con un arco di riferimento di due anni, ma anche quella corrente, utile se il disagio economico è recente, perché prende in considerazione i redditi degli ultimi 12 mesi.

Ultimo aggiornamento

27-03-2024 15:03

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