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Sabato 20 maggio medici e assistenti sanitari dell’Igiene e Sanità Pubblica si preparano a una seduta di vaccinazioni straordinaria. Protagonisti dell’appuntamento di prevenzione sono 100 scout. Gli scout, ragazzi e accompagnatori (tra 16 e 50 anni), in previsione della partecipazione a un campo scout in Friuli-Venezia Giulia, si sottoporranno alla vaccinazione contro la malattia da morso di zecca che, in Italia, è endemica in Friuli e nelle province di Trento e Belluno, oltre che in altri stati dell’Europa Centro-Orientale e Settentrionale. La malattia da morso di zecca o meningoencefalite da zecca (dall’inglese TBE, Tick Borne Encephalitis) è causata da un virus trasmesso da zecche infette del genere Ixodes, in grado di colpire il sistema nervoso centrale. La distribuzione e l'incidenza stagionale della TBE rispecchiano la biologia della zecca (massima attività in primavera-estate). Sia larve, che ninfe, che adulti delle zecche possono trasmettere l'infezione. La zecca con la saliva anestetizza la sede del morso che quindi può passare inosservato.

“È proprio per questa patologia che sabato verranno vaccinati gli scout piacentini – sottolinea Alessandra Rampini direttore di Igiene e sanità pubblica - Dopo il morso della zecca, nel 70% dei casi l’infezione si presenta come asintomatica o con lievi sintomi. Nel restante 30% di casi, dopo 3-28 giorni si possono manifestare sintomi simil influenzali come febbre, mal di testa, spossatezza e dolori muscolari. Nel 10-20% dei casi si presentano disturbi del sistema nervoso centrale come encefalite e paralisi flaccida che, talvolta, possono dare esito fatale soprattutto in soggetti fragili o anziani, mentre nei bambini la malattia tende ad essere più lieve. Poiché non esiste una cura specifica per la malattia da morso di zecca, il miglior modo per prevenirla è la vaccinazione”.

Anche le zecche presenti sul nostro territorio possono, in alcuni casi, trasmettere malattie, ma fortunatamente non la TBE. In caso di morso da parte di zecche, è necessario rimuovere il parassita il prima possibile afferrandolo, senza schiacchiarlo, con una pinzetta il più vicino possibile alla cute ruotandola più volte prima di estrarla. Dopo la rimozione, la cute va disinfettata, mentre la zecca va conservata in un barattolo con alcool o congelata per essere consegnata in uno dei centri specializzati per l’identificazione e la ricerca di possibili patogeni.

Nelle settimane successive alla puntura è importante consultare il medico o il pronto soccorso in caso di comparsa di sintomi come febbre o mal di testa o rossore nel punto del morso.

Per conoscere le sedi dell’Istituto zooprofilattico sperimentale più vicine è possibile consultare il sito www.izsler.it. Per ulteriori informazioni www.ausl.pc.it

Ultimo aggiornamento

12-07-2024 11:07

Approfondimenti

Unita Organizzativa
Servizio Igiene e sanità pubblica di Piacenza
Casa della Salute e Comunità

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