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Sono 53, di cui 38 per postazioni fisse, i nuovi defibrillatori automatici esterni, meglio conosciuti come Dae, che arricchiranno la rete della provincia di Piacenza. Questi strumenti salvavita si aggiungono ai 1311 già presenti sul nostro territorio, di cui 1.068 accessibili al pubblico, 108 installati su auto di pattuglia e 135 di proprietà privata.
L’ampliamento della dotazione rientra nel progetto strategico di potenziamento della rete, promosso dalla Regione Emilia-Romagna, che ha destinato a Piacenza 98mila euro dei 1,5 milioni di euro ripartiti tra le Aziende sanitarie locali.
«È una giornata di festa per la donazione di 53 defibrillatori che rafforzeranno la rete della provincia di Piacenza – ha dichiarato Paola Bardasi, direttore generale dell’Azienda Usl di Piacenza –. Un ulteriore passo in avanti per un territorio che vanta una storia di oltre 25 anni di cardioprotezione. Questa iniziativa rappresenta un valore importante anche in termini civici, perché promuove la responsabilità condivisa nel prendersi cura della salute pubblica».
I nuovi Dae sono tutti dotati di un geolocalizzatore collegato all’app Dae RespondER e quindi al sistema 118 e saranno distribuiti a tutti i Comuni della provincia o relative Polizie locali, alla Questura e ai Carabinieri nucleo Forestale. Proprio il coinvolgimento delle Forze dell’ordine rappresenta un punto chiave del progetto: l’esperienza piacentina pionieristica, nata con Progetto Vita oltre 25 anni fa, e i risultati ottenuti dimostrano che l’intervento tempestivo dei Dae coordinato dal 118, può incrementare significativamente le probabilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. Spesso, grazie alla loro capillare presenza sul territorio, le pattuglie sono in grado di raggiungere il luogo dell’emergenza prima dei soccorsi tradizionali, riducendo drasticamente i tempi di intervento per una rianimazione efficace.
I dati di intervento e sopravvivenza
I dati parlano chiaro: studi scientifici condotti proprio a Piacenza mostrano che nelle aree cardioprotette con presenza di defibrillatori automatici, la sopravvivenza senza danni neurologici è del 94%, mentre in aree non cardioprotette scende drammaticamente al 9%. Anche il tempo medio di defibrillazione fa la differenza: 3,3 minuti nelle aree coperte da Dae rispetto ai 7,3 minuti in quelle sprovviste di dispositivi.
«Ogni anno 400.000 persone in Europa perdono la vita per arresto cardiaco – spiega Daniela Aschieri, direttore della Cardiologia e UTIC dell’Ausl di Piacenza –. Un intervento tempestivo può davvero fare la differenza: già dopo 8 minuti dall’evento, le probabilità di sopravvivenza scendono al 20%. Piacenza è stata pioniera: abbiamo avviato il primo progetto di cardioprotezione in Europa nell’ormai lontano 1998. È fondamentale continuare a installare questi dispositivi sul territorio, perché il loro impatto sulla salute dei cittadini è concreto, misurabile e, soprattutto, salvavita».
Funzionamento del sistema di chiamata
Il sistema integrato si attiva al momento della chiamata al 112: la centrale operativa del 118 mette in moto la rete dell’app Dae RespondER, che invia una notifica alle persone registrate pronte a intervenire. Si tratta di una rete complessa, ma ben strutturata, che unisce la tecnologia alla disponibilità del cittadino a intervenire e alla presenza di strumenti salvavita, con l’obiettivo di ridurre i tempi di risposta, garantire una copertura omogenea anche nelle aree più periferiche e raggiungere zone che finora non erano sufficientemente servite.
La gestione della fornitura
La fornitura dei Dae include una garanzia “full risk” della durata di 72 mesi, a partire dalla data di collaudo fatta dall’Azienda Usl. «Questo progetto non si limita a distribuire dispositivi, ma garantisce una gestione completa, sicura e continuativa – sottolinea Stefano Nani, dirigente dell’Area Emergenza territoriale 118 e Pronto soccorso e Cau–. Alla consegna dei defibrillatori si affiancano l’installazione delle teche in loco, la formazione di due operatori per ciascun dispositivo, interventi illimitati di manutenzione correttiva ed eventuali interventi di manutenzione preventiva. Il pacchetto include anche la sostituzione di materiali consumabili come batterie ed elettrodi, l’aggiornamento gratuito dei software e la fornitura di una procedura dettagliata per l’utilizzo, la manutenzione e la gestione dei guasti. Una rete salvavita funziona solo se è efficiente e sempre pronta all’uso: questo è l’obiettivo che ci siamo dati».
La formazione degli operatori sarà affidata a Progetto Vita, realtà accreditata che da anni rappresenta un punto di riferimento per la cardioprotezione nel territorio piacentino. Questo percorso rafforzerà ulteriormente la capacità di risposta della comunità in caso di arresto cardiaco, promuovendo una cultura della prevenzione che unisce cittadini, istituzioni, volontariato e sanità.
Il quadro legislativo
L’iniziativa si inserisce nel quadro normativo definito dalla Legge n. 116 del 4 agosto 2021, alla cui stesura Piacenza ha contribuito in modo significativo. La normativa ha impresso un’accelerazione alla diffusione dei Dae sul territorio nazionale, stabilendo l’obbligo in alcuni luoghi pubblici, introducendo l’insegnamento delle manovre salvavita nelle scuole e promuovendo la creazione di una app unica per la geolocalizzazione dei defibrillatori su scala nazionale.
«Mi complimento con chi, a Piacenza, ha dato il via a questo progetto ormai tanti anni fa – ha dichiarato Massimo Fabi, assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna –. Avete permesso di salvare moltissime vite, e la Regione è orgogliosa di aver contribuito a questo importante progetto.
La Prefettura, le Forze dell’ordine, i sindaci e gli enti del Terzo Settore sono sempre stati al nostro fianco – e lo sono tutt’ora – nella salvaguardia della salute pubblica. Questo gioco di squadra è la chiave per costruire una sanità territoriale forte, efficace e davvero vicina ai cittadini».
Piacenza risponde con efficacia a questi nuovi standard, forte di un impegno ventennale nella promozione della salute e nella costruzione di una rete territoriale solida e integrata. La defibrillazione precoce è oggi riconosciuta come standard d’eccellenza dalle principali società scientifiche europee e la città continua a distinguersi come modello di cardioprotezione.
«Questo è un progetto dal grande valore – ha affermato il Prefetto di Piacenza, Paolo Giuseppe Alfredo Ponta –. L’obiettivo è far crescere una vera cultura della prevenzione, salvare e proteggere la vita del cittadino. Piacenza è stata la prima città in Europa ad avviare, nel 1998, un progetto strutturato di cardioprotezione. Una primogenitura che non è nuova per questo territorio: Piacenza primogenita nel 1848, e ancora una volta pioniera centocinquant’anni dopo. Un’identità civica e sanitaria che si conferma nel tempo».
Con questa nuova dotazione, Piacenza consolida la propria identità di comunità responsabile, dove tecnologia, prevenzione e prontezza d’intervento si fondono per salvare vite. Un Dae non è solo un dispositivo elettromedicale: è una possibilità concreta di sopravvivenza da una emergenza potenzialmente mortale come l’arresto cardiaco che colpisce 60.000 persone ogni anno in Italia. E ogni defibrillatore automatica esterne può rappresentare una opportunità, visto che ogni secondo può fare la differenza».