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Per non essere soli nella malattia. A Piacenza, in occasione della Giornata del fiocchetto lilla, in sala Colonne si è svolto un incontro informativo promosso dall’Azienda Usl di Piacenza, in collaborazione con l’associazione Puntoeacapo.
Attualmente sono 208 le persone in carico per i disturbi della nutrizione e alimentazione: il 12% ha meno di 15 anni. Lo ha spiegato il direttore del dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche, Massimo Rossetti, responsabile del percorso assistenziale.
Si tratta – ha evidenziato – di disturbi complessi, “che sono disturbi psichiatrici dell’area psicosomatica e che possono portare a gravi conseguenze, fino alla morte nei casi più gravi. La presa in carico del paziente comprende sia approcci di cura del corpo sia di cura della mente. L’integrazione tra professionisti è, quindi sia dipartimentale, sia extra dipartimentale”.
Le famiglie – ha ricordato il professionista - sono una componente fondamentale nel percorso di cura. L’insorgenza di un disturbo della nutrizione e alimentazione nell’età evolutiva è drammatica. La famiglia cambia il proprio modo di vivere e spesso il sintomo ne diventa il perno, con il rischio di amplificare la situazione. Per questo è essenziale il sostegno alle famiglie. Il dottor Rossetti ha quindi ricordato l’apertura, nei giorni scorsi, di Casa Lilla, dedicata all’accoglienza e assistenza di persone affette da disturbi della nutrizione e alimentazione.
Successivamente, la psicologa e psicoterapeuta Elisa Bisagni ha analizzato l’impatto dei social media sulla soddisfazione del proprio aspetto fisico. La dottoressa ha inoltre sottolineato quanto oggi sia molto semplice accedere a programmi intuitivi e spesso gratuiti di fotoritocco e quanto questo possa influire sull’alterazione della percezione di sé. “La realtà può essere modificata e stravolta. Questa foto mi piace, la miglioro solo un po’. Quando torniamo alla immagine reale ci sentiamo meno attraenti, meno belli”. Il medico britannico Tijion Esho ha coniato il termine Snapchat dysmorphia, che sta a indicare come la preoccupazione cronica e immotivata per un presunto difetto fisico, sia stato accentuato dall’uso eccessivo di applicazioni dotate di filtri per modificare le foto.

Per questo lo sforzo dei professionisti, insieme ai volontari di Puntoeacapo, è quello di andare nelle scuole a informare i ragazzi e rispondere alle loro domande. Al convegno ha partecipato la classe IV grafica del liceo artistico Cassinari, accompagnata dalla professoressa Giorgia Spoto, con una piccola mostra di immagini realizzare per sensibilizzare sul tema.

Il professor Giacomo Biasucci, direttore del dipartimento Materno infantile, affiancato dalla psicologa e psicoterapeuta Giulia Bensi, si è dedicato agli aspetti dell’esordio dei disturbi della nutrizione e alimentazione, nonché alla loro comparsa in età sempre più precoce.

Jessica Rolla, medico nutrizionista, ha invece puntato l’attenzione sulle complicanze internistiche nell’esordio dei giovani adulti.
I Dna possono oggi avere un decorso anche molto lungo, diventando cronici: la psicologa Anna Vecchia e l’infermiera Roberta Paraboschi hanno proposto un focus sulla fase di cronicità della malattia tra consueti approcci e nuove prospettive di cura.
Mara Negrati, medico nutrizionista e presidente dell’associazione Puntoeacapo, ha poi posto l’accento sulle metodologie di cura, descrivendone l’evoluzione, lo stato attuale e le prospettive.
La mattinata di approfondimento si è conclusa con la presentazione dei gruppi di auto-mutuo-aiuto dei genitori e di un progetto giovani di Anpas Croce Bianca.

Ultimo aggiornamento

08-04-2024 12:04

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