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Venerdì 27 ottobre alle ore 20.30 va in scena al teatro Filodrammatici Lost years - Ovvero Pathological Shakespeare, performance teatrale realizzata nell’ambito del percorso di coprogettazione 2023 condotto dal dipartimento di Salute mentale e Dipendenze patologiche dell’Ausl di Piacenza e l’associazione Fuori Serie. Lo spettacolo, liberamente ispirato a Shakespeare, è una creazione collettiva della compagnia Diurni e Notturni, ancora una volta con Nicola Cavallari che firma ideazione e regia.
La serata a ingresso gratuito è inserita nel programma Pre/Visioni proposto da Teatro Gioco Vita con Fondazione Teatri, la collaborazione dell’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano nell’ambito dei progetti di InFormazione Teatrale.
Lost years, con la partecipazione straordinaria dell’attore Pino L’Abbadessa, vede in scena Marco Ferrando, Pier Angelo Ferrari, Elena Guarnaschelli, Gian Luca Lodola, Massimo Maffi, Luca Mezzadri, Ivo Pizzoni, Elisabetta Pognani, Jacopo Ponticelli, Daria Reggiani, Ferdinando Scaglia, gruppo di utenti in carico al dipartimento di Salute mentale per il progetto terapeutico di cui è responsabile Piero Verani (coadiuvato dagli operatori Giuseppa Buscemi, Giovanna Cammi, Giuliana Cortini, Elena Davoli, Angela Fanti, Doriana Freghieri, Marta Giacometti, Sonia Passafonti, Silvia Santacroce, Paola Tosetti e Andrea Zabelli). La performance si avvale dei suggerimenti musicali di Rino Bertoni e dell’amichevole partecipazione di Simone Schiavi. Collaborano all’allestimento Erilù Ghidotti e Giulia Riva (assistenti alla regia), Giovanni Mutti (realizzazione scene) e Marco Gigliotti (disegno luci e fonica).
Sappiamo tutto del grande drammaturgo William Shakespeare, o quasi. Quasi, perché il periodo della sua vita che va dal 1585, data del battesimo dei suoi figli gemelli, al 1592, anno in cui lo ritroviamo a Londra affermato uomo di teatro, viene definito dagli studiosi come “lost years”, anni perduti. Le ipotesi fatte per comprendere cosa sia successo in questo lasso di tempo si possono tranquillamente annoverare come dicerie, fantasie e ridicole supposizioni.
Ma i Diurni e Notturni ci racconteranno una loro versione dei fatti e dimostreranno che i principali personaggi shakespeariani sono nati da un’esperienza del tutto particolare che il Bardo fece di questi “anni perduti”. Sempre con la cifra della leggerezza e dell’ironia che caratterizza i loro lavori teatrali.
«Grazie al nostro team di esperti studiosi - spiega il regista Nicola Cavallari - oggi possiamo raccontarvi a modo nostro la nostra verità: William Shakespeare soffrì in quel periodo di “acuta malinconia” e fu così internato al Bethlem Royal Hospital, un lunatic asylum, il più orrorifico asilo per lunatici dell’intero regno di Gran Bretagna. E noi allora vi presenteremo il William Shakespeare artista e drammaturgo che ha trasformato la sua e l’altrui sofferenza in poesia. È risaputo infatti che Shakespeare ricavasse le sue storie da spettacoli o testi già esistenti; ma non solo. Vi dimostreremo come i pazienti di Bedlam siano a tutti gli effetti i personaggi shakespeariani».
«L’attività teatrale - sono le parole di Piero Verani, responsabile del progetto terapeutico - vede protagonista un gruppo di utenti dei nostri servizi e si è svolta grazie al prezioso contributo del personale del dipartimento di Salute mentale, che opera nei centri di salute mentale, nei centri diurni e nelle residenze terapeutiche della Valdarda, della Valtidone e della città. Nella cornice del grande obiettivo dell’inclusione sociale il laboratorio teatrale si presenta come una proposta volta a favorire il recupero di un ruolo attivo, valido e soddisfacente per la persona che vi partecipa. Il teatro cura in senso lato, non è un trattamento; ma può garantire benefici personali e sociali in sinergia con gli interventi riabilitativi applicati nelle nostre unità. Sul piano individuale è chiarissimo che il laboratorio attiva il corpo, richiede il mantenimento di un impegno, comporta uno sforzo di memoria, induce a uscire e relazionarsi con altre persone e può sostenere l’autostima; a livello di società, il progetto “teatro e salute mentale” offre un’occasione importante per la percezione - da parte della cittadinanza - dei disturbi psichici, delle persone che ne soffrono e delle cure messe in campo dai servizi sanitari, quindi è anche un’azione concreta contro lo stigma che ancora resiste. In particolare, lo spettacolo finale rappresenta il culmine del percorso che gli assistiti fanno per mesi intorno a un’idea, che poi diventa storia e infine rappresentazione davanti a un pubblico. È una sfida andare sul palco, ma anche una grande possibilità per gli utenti. E lo è anche per il pubblico».
La performance teatrale, la creazione numero 15 firmata Diurni e Notturni, è inserite in un percorso di coprogettazione condotto dal dipartimento di Salute mentale e Fuori Serie che, come spiega la presidente Veronica Cavalloni, è un’associazione di promozione sociale attiva dal 2008 costituita da artisti, professionisti nel campo delle arti visive, dell’arte terapia e della pedagogia.