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Un presidio sanitario fondamentale, attivo da più di vent’anni, ma ancora oggi un esempio virtuoso di integrazione tra ospedale e territorio: è l’ambulatorio per la pronta diagnosi della trombosi venosa profonda, punto di riferimento per Piacenza e provincia nella gestione tempestiva di una patologia tanto silenziosa quanto pericolosa.
Attivo dal 2004, l’ambulatorio, nato da un’intuizione di Davide Imberti, direttore di Medicina interna del Centro emostasi e trombosi, è coordinato dalla dottoressa Raffaella Benedetti coadiuvata dalla dottoressa Virginia Della Corte, e rappresenta a tutt’oggi una realtà sanitaria efficace e funzionale e si configura come un perfetto esempio di integrazione tra ospedale e territorio; ogni anno afferiscono all'ambulatorio oltre 1.200 persone, con una media di cinque o sei visite al giorno, (dal lunedì al venerdì), garantendo un accesso rapido, diretto e risolutivo per i pazienti con sospetto clinico di trombosi venosa profonda.
La trombosi venosa profonda è una condizione seria: si tratta della formazione di un coagulo di sangue all’interno di una vena profonda, di solito nelle gambe, ma non solo. Il pericolo maggiore è che il coagulo possa staccarsi, raggiungendo i polmoni e causando un’embolia polmonare, un evento potenzialmente fatale. È per questo che il fattore tempo diventa essenziale.
«L’ambulatorio – racconta Davide Imberti – è nato da un’idea semplice, ma decisiva: offrire una risposta entro 24 ore dalla segnalazione del medico di famiglia. Quando il medico sospetta una trombosi, si mette in contatto con u numero verde aziendale dedicato e ottiene un appuntamento con lo specialista entro 24 ore. In questo modo si evitano attese inutili e si agisce subito, con tutta la competenza necessaria».
Il percorso si sviluppa all’interno di un sistema ben organizzato, dove in un’unica seduta il paziente viene sottoposto a visita medica, valutazione del rischio clinico, ecocolordoppler venoso e accertamenti di laboratorio. Se la diagnosi conferma la presenza di una trombosi, si procede immediatamente con un piano di cura o, nei casi più gravi, con il ricovero. Se invece la trombosi viene esclusa, al paziente viene comunque consigliata una terapia oppure viene indirizzato allo specialista più adeguato per approfondire la causa dei sintomi.
«Abbiamo voluto costruire – prosegue Imberti – un modello integrato che funziona grazie alla collaborazione tra ospedale e territorio. È un esempio concreto di sanità che lavora in rete. I risultati sono tangibili: diagnosi più rapide, cure più appropriate e, soprattutto, un sistema che dà sicurezza ai cittadini e agli operatori».
Nel tempo, il servizio è stato esteso anche al pronto soccorso, ai reparti, agli specialisti ambulatoriali e ai day hospital, che possono attivare lo stesso percorso per i propri pazienti, riducendo i passaggi e migliorando la presa in carico clinica. L'ambulatorio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16 con un medico specialista e un infermiere.
«La trombosi è una patologia aggressiva e pericolosa – conclude Imberti – Servono tempestività, competenza e una struttura capace di garantire la prestazione specialistica in tempi rapidi. L’ambulatorio per la pronta diagnosi trombosi venosa profonda, a distanza di anni dalla sua attivazione, continua a dimostrare la sua efficacia. È un punto di forza per la nostra sanità locale, e un servizio di cui i cittadini di Piacenza possono davvero andare fieri».