Peste suina africana
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Che cos'è la peste suina africana?
La peste suina africana (PSA) è una malattia virale contagiosa che uccide suini e cinghiali, non si trasmette all’uomo.
Ad oggi non esistono vaccini, cure o trattamenti.
Può avere un effetto devastante per gli allevamenti suini e per gli animali selvatici.
Il controllo della malattia è un compito prioritario dei Servizi veterinari delle Aziende Usl, ma ogni cittadino ha un ruolo importante nella prevenzione segnalando la presenza di carcasse di cinghiali o resti di ossa animali al numero unico regionale 051.6092124.
Attenzione! I rifiuti alimentari abbandonati nell’ambiente possono trasmettere la malattia agli animali sensibili.
Per il cittadino
La tua collaborazione è necessaria
Se cammini per i boschi o per la campagna, o vai per funghi e ti imbatti in una carcassa di cinghiale (quindi un cinghiale morto o resti di ossa), contatta i servizi Veterinari dell’Azienda unità sanitaria locale, al numero unico regionale 051.6092124, memorizza la tua posizione geografica sul cellulare e, se riesci, scatta una foto.
Non abbandonare nell’ambiente avanzi o rifiuti alimentari specialmente se contenenti carni di suino o cinghiale o salumi che possono essere veicolo di infezione per gli altri animali.
Quando rientri da una passeggiata in un’area che potrebbe essere contaminata dalla PSA, cambiati le scarpe e riponile in un sacchetto prima di pulirle.
Le malattie non rispettano le frontiere (se viaggi informati su quali tipi di carne puoi portare con te).
Per l'allevatore
Devi adottare ogni misura per evitare l’introduzione della malattia nel tuo allevamento
Rispetta tutte le misure di biosicurezza che il Ministero della Salute ha disposto per tutti gli allevamenti, anche quelli familiari.
- Evita il contatto diretto dei tuoi suini e cinghiali allevati con i cinghiali selvatici.
- Ricordati che è vietato somministrare carni o prodotti a base di carne di animali infetti: scarti di cucina, broda contenente residui di alimenti contaminati.
- Prima di entrare in contatto con gli animali allevati, cambia calzature e vestiti.
- Non introdurre nell’allevamento oggetti, attrezzature o mezzi che potrebbero essere contaminati.
Segnala al Servizio veterinario dell’Azienda Usl competente qualsiasi caso di mortalità. Ricorda che in caso di infezione da virus della peste suina africana può verificarsi anche la morte improvvisa dell'animale. Altri sintomi possono essere febbre alta, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne con emorragie evidenti su orecchie e fianchi.
Presenza in Italia
La malattia è stata introdotta in Italia a gennaio 2022 e si è diffusa quasi esclusivamente nelle popolazioni di cinghiali selvatici. Le regioni interessate dall’infezione sono Piemonte, Liguria, Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria e Campania. In precedenza era presente solo in Sardegna un virus della PSA molto diverso da quello entrato nel 2022, che non si è mai diffuso nel resto del paese. La situazione aggiornata della diffusione della malattia è disponibile sul sito regionale Alimenti e Salute.
Trasmissione della malattia
Il virus può diffondersi nelle popolazioni di cinghiali selvatici, tra i suini domestici o passare dai selvatici ai domestici. In ogni caso, l’introduzione della malattia in un territorio, anche solo limitatamente ai cinghiali selvatici, comporta forti limitazioni alle movimentazioni di animali e prodotti per il rischio di passaggio ai domestici.
Si può diffondere:
- per contatto diretto nei territori confinanti
- tramite l’uomo con le calzature, i vestiti o le attrezzature
- attraverso gli alimenti contaminati che possono trasportare il virus passivamente, anche a lunghe distanze.
Il virus infatti è molto resistente, persiste per diversi mesi nell’ambiente e nelle carcasse degli animali morti, nella carne non cotta o poco cotta e sopravvive per mesi in alcuni salumi.
Si può trasmettere tra i cinghiali anche quando le densità di questi sono molto basse, in particolare nella stagione invernale, perché i cinghiali possono infettarsi non solo venendo in contatto con animali vivi, ma anche attraverso le carcasse e il terreno circostante contaminato.
La trasmissione più temibile è quella dai cinghiali ai suini domestici per gli effetti diretti sugli allevamenti e per le limitazioni commerciali ancora più restrittive che verrebbero adottate se si dovessero verificare casi di peste suina africana.
Sorveglianza Regione Emilia-Romagna
Il sistema di allerta precoce si basa non solo sulla segnalazione da parte di tutti i soggetti interessati da fenomeni di mortalità elevata, ma anche sulla ricerca del virus della PSA su tutti i cinghiali trovati morti e suini morti in allevamento anche in assenza di mortalità anomale o di sintomatologia e lesioni riferibili a PSA. Questo tipo di sorveglianza è ritenuta da tutti gli esperti internazionali molto più efficace di quella condotta su suini/cinghiali sani vivi o macellati/cacciati, in quanto, in caso di presenza dell’infezione, vista l’elevata letalità della malattia, la probabilità di trovare il virus è molto più elevata sui soggetti rinvenuti morti.
È quindi fondamentale mettere in campo tutti gli strumenti che possano migliorare la sorveglianza sulle carcasse di cinghiale. Come Regione Emilia-Romagna abbiamo:
- Recepito il piano di sorveglianza nazionale e approvato le linee guida per l’applicazione del piano in regione Emilia-Romagna con delibera regionale n. 977/2020.
- Istituito un nucleo di coordinamento tecnico con delibera regionale n. 977/2020, che in funzione della sua interdisciplinarità, ha lo scopo di affiancare l'Unità di Crisi Regionale nella gestione di una eventuale epidemia di Peste Suina Africana.
- Attivato un numero regionale per segnalare la presenza di resti o carcasse di cinghiale ai servizi veterinari delle AUSL dell’Emilia-Romagna
- Progettato la creazione di un'Applicazione GIS da affiancare al numero regionale che per alcune tipologie di utenti può risultare di più immediato utilizzo per notificare ai servizi veterinari il ritrovamento di carcasse di cinghiali
- Predisposto e coordinato la divulgazione capillare sul territorio regionale di tali materiali informativi destinati a diverse tipologie di destinatari, prodotti da noi e dal Ministero.