Cos'è la Breast unit?

È un gruppo di medici, infermieri, tecnici, psicologi e operatori socio sanitari specializzati nel trattamento del tumore al seno.
I professionisti hanno competenze differenti tra loro: per questo si parla di “presa in carico globale” della donna lungo tutto il percorso diagnostico e terapeutico. Affidarsi alla Breast unit significa avere un team di specialisti dedicati, che operano secondo i più alti standard europei, senza dover personalmente andare alla ricerca di chirurgo, oncologo e di tutte le altre figure che la cura richiede.

I professionisti non lavorano fisicamente nello stesso luogo, ma si incontrano una volta alla settimana per confrontarsi sui casi e aggiornarsi.

Il responsabile del percorso è Dante Palli, direttore della Chirurgia generale ad indirizzo senologico.

Dalla diagnosi alla cura

Un esame presso il Centro salute donna è il primo passo per valutare la salute del seno.
Mammografia o ecografia?
La mammografia (con raggi x, attualmente in dose molto bassa) si riserva per lo più alle donne sopra i 40 anni, mentre l’ecografia (con ultrasuoni) è un esame complementare al primo.
Entrambe possono guidare il medico radiologo nell’eseguire manovre mini-invasive in anestesia locale, come ago aspirato o biopsia, per il prelievo di cellule o frammenti di tessuto da sottoporre all’anatomo-patologo.
Con la comunicazione della diagnosi inizia il percorso dedicato alla cura del tumore al seno.

La visita con il chirurgo

Il chirurgo senologo decide quale intervento è più indicato.

Al termine della visita sono fissate data e sede del prericovero. A volte prima dell’intervento si fa un ulteriore controllo, che in gergo viene chiamato “mappatura ecografica o mammografica” e viene eseguito dal radiologo in presenza del chirurgo che poi eseguirà l'intervento.

Chi è il case manager?

È l’infermiera di riferimento e supporto per la donna e i suoi familiari durante il percorso individuale di cura. Garantisce continuità e coordinamento del percorso assistenziale fungendo da anello di congiunzione con tutti i membri del team.

Il supporto del medico nucleare

In caso di piccoli tumori non palpabili, è previsto un ulteriore controllo, la “mappatura ecografica o mammografica”. È eseguita dal radiologo con l’ausilio del medico nucleare, il quale inietta nella mammella da operare una piccola dose di un farmaco “tracciante”. Una sonda che capta il tracciante guiderà poi il chirurgo nel punto preciso in cui si trova il nodulo da asportare.

L'intervento del medico nucleare è inoltre fondamentale per la procedura della ricerca radioguidata del linfonodo sentinella (LS).

Il pre-ricovero

Il case manager e il personale infermieristico dedicato accolgono la paziente per gli accertamenti preliminari, come:

  • esami del sangue
  • elettrocardiogramma
  • radiografia del torace
  • visita del chirurgo senologo
  • visita dell’anestesista
  • colloquio con la psicologa
  • eventuali visite specialistiche

L'intervento chirurgico

Non esiste un solo tipo di intervento per la cura chirurgica del tumore al seno: la scelta viene fatta in base all’età, al tipo di tumore, alle sue dimensioni e alla sua posizione, alla forma e alle dimensioni della mammella.

L’intervento può prevedere:

  • la rimozione di una parte della mammella con eventuali rimodellamenti plastici (intervento conservativo)
  • l’asportazione di tutta la mammella (mastectomia) con le varie proposte di ricostruzione
  • l’asportazione di un solo linfonodo ascellare, il linfonodo sentinella
  • l’asportazione di tutti i linfonodi ascellari (linfoadenectomia radicale)
  • gli eventuali rimodellamenti della mammella sana affinché sia più simile a quella operata, per rendere più accettabile l’intervento dal punto di vista estetico e psicologico

La chirurgia plastica

In caso di mastectomia è sempre offerta la possibilità di un intervento ricostruttivo: l’obiettivo è quello di raggiungere la simmetria massima tra le due mammelle, con il ripristino dei loro volumi e del complesso areola capezzolo, attraverso le più innovative tecniche di chirurgia plastica.

Anche in questo caso esistono varie soluzioni e saranno l’esperienza del chirurgo senologo e del chirurgo plastico ad accompagnare la paziente nella scelta per ottenere il miglior risultato estetico stabile nel tempo: la ricostruzione può avvenire con un espansore, con una protesi o con un lembo di tessuto cutaneo-muscolare prelevato dal torace o dall’addome.

La dimissione

Alla dimissione la donna riceve una lettera per il medico curante, nella quale viene descritta la natura della malattia, il tipo di intervento chirurgico eseguito, l’elenco dei farmaci per il controllo del dolore e gli appuntamenti per le medicazioni.

Il case manager e il personale infermieristico forniscono inoltre tutte le indicazioni necessarie per proteggere la medicazione, gestire i drenaggi e le istruzioni in caso di febbre, dolore o altri disturbi che potrebbero insorgere.

I chirurghi senologi, la psicologa e il case manager sono a disposizione della paziente via telefono o tramite mail in caso di necessità.

La scelta della terapia

Dopo circa 20 giorni dall'intervento - il tempo necessario per avere il referto istologico – la donna viene presa in carico dal medico oncologo, che la seguirà per tutta la durata delle cure e dei controlli.
In questa nuova fase del percorso la donna afferisce al day hospital oncologico, che ha sede a Piacenza, Fiorenzuola o Castel San Giovanni, in base alla residenza.

Il medico può richiedere in questa fase esami aggiuntivi; a seguito della discussione del gruppo multidisciplinare, potrà proporre una terapia oncologica adiuvante: è importante sottolineare che ogni cura viene scelta mettendo sempre al centro l’attenta valutazione dello stato di salute della donna.

Lo scopo delle terapie oncologiche è quello di prevenire eventuali future ricadute, perché vanno a colpire le cellule tumorali rimaste nell'organismo dopo l'intervento chirurgico di asportazione.

A volte può essere necessario somministrare le terapie oncologiche prima dell'intervento chirurgico: quando il tumore è troppo esteso per essere asportato radicalmente, quando si vuole cercare di evitare una mastectomia (terapie “neo-adiuvanti”) o quando il tumore ha determinate caratteristiche biologiche (HER positivo o triplo negativo).

Quali sono le terapie oncologiche adiuvanti?

CHEMIOTERAPIA
I farmaci chemioterapici, generalmente somministrati per via endovenosa (più raramente per via orale), impediscono la riproduzione delle cellule tumorali. Non riuscendo a distinguere fra queste e le cellule “buone” dell'organismo, possono causare alcuni effetti collaterali, come la caduta dei capelli, nausea e vomito, stanchezza, perdita dell'appetito, stomatite, abbassamento dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine. Gli effetti variano da persona a persona e a seconda della terapia utilizzata; nella maggioranza dei casi, anche se debilitanti, sono ben gestibili con le terapie di supporto e si esauriscono in genere con la fine del trattamento.

TERAPIA ORMONALE-ORMONOTERAPIA
Circa i 2/3 dei tumori della mammella risentono della presenza di estrogeni nel nostro organismo, pertanto un'arma efficace è l'utilizzo di farmaci che bloccano l'attività degli estrogeni. Questi farmaci si somministrano per via orale, generalmente per 5 anni dopo l'intervento chirurgico. I loro effetti collaterali sono in genere minori di quelli dovuti alla chemioterapia; i più frequenti sono: dolori osteoarticolari, maggior facilità all'osteoporosi, ispessimento dell'endometrio, tromboflebiti, sintomi menopausali (caldane/vampate, lievi sbalzi d'umore, lieve aumento di peso).

TERAPIE TARGET
Utilizzano farmaci mirati, che colpiscono in particolare i recettori chiave presenti in alcuni tumori mammari. Sono pertanto efficaci solo in caso di tumori che presentano determinate caratteristiche; a differenza della chemioterapia, colpiscono in modo specifico le cellule tumorali, riducendo così il rischio di effetti collaterali.

La radioterapia

La radioterapia viene eseguita in caso di chirurgia conservativa (quadrectomia). Se non è prevista chemioterapia, inizia entro 90 giorni dall’intervento chirurgico; in caso contrario, è rinviata dopo la conclusione della chemioterapia.
La radioterapia è preceduta da una simulazione del trattamento tramite una TAC di centratura senza mezzo di contrasto: questo si rende necessario per permettere di identificare con cura il bersaglio da irradiare e tutti gli organi e tessuti sani che dovranno invece essere risparmiati dagli radiazione. Al termine, con un piccolo ago e dell'inchiostro di china, saranno tatuati piccoli punti permanenti che consentiranno la riproducibilità quotidiana del posizionamento e della centratura.

Come si volge la seduta?
Il trattamento radioterapico non è doloroso, la seduta dura in media 10-15 minuti; l'erogazione vera e propria delle radiazioni è di pochi secondi, il resto del tempo è necessario per individuare un posizionamento corretto. Si effettua tutti i giorni dal lunedì al venerdì esclusi festivi, solitamente per 5-6 settimane consecutive; esistono tecniche che prevedono frazionamenti diversi e periodi più brevi (1 o 3 settimane).

Durante la seduta la donna è supina sul lettino a petto nudo e posizionata come nella simulazione, costantemente monitorata con una telecamera a circuito chiuso. Al termine la paziente può tranquillamente tornare alle sue attività senza alcun rischio per sè o per gli altri: non è “radioattiva” né contagiosa.

È importante sapere che:
- la pelle va pulita con saponi delicati, non profumati e massaggiata da subito con creme idratanti lenitive non profumate durante e dopo il trattamento
- in caso di notevole arrossamento si possono usare pomate contenenti cortisone
- le creme solari non sono indicate
- è meglio non indossare biancheria sintetica e reggiseni troppo stretti
- la radioterapia va eseguita in maniera continuativa dal lunedì al venerdì, eccetto alcune festività obbligate; è sconsigliabile interrompere il trattamento
- la radioterapia non fa perdere i capelli
- la radioterapia ben eseguita non è dolorosa ma dalla III-VI settimana può comparire un arrossamento cutaneo che talora sfocia nella comparsa di aree di disepitelizzazione

Il supporto psicologico

Mantenere un equilibrio e un benessere psicologico mentre si affronta un tumore al seno è una sfida. Condividere le intense emozioni provate, i dubbi e i pensieri che emergono durante il percorso, può essere molto utile, sia con i medici di riferimento sia con le persone che si sentono vicine.

In questo momento così faticoso anche il supporto psicologico può aiutare: darà voce ai pensieri della paziente, offrendo uno spazio in cui esternare le paure, per renderle così meno pressanti e più comprensibili.

Il gruppo di auto mutuo aiuto

È un gruppo di persone con un vissuto molto simile a quello della paziente, con le quali condividere storie ed emozioni. Confrontarsi e ascoltare l'esperienza di altre può aiutare ad accettare il cambiamento del corpo e ad affrontarlo addirittura in modo positivo, vincendo la paura di toccare argomenti delicati.

I gruppi di auto-mutuo-aiuto si riuniscono periodicamente e sono condotti con la supervisione delle psicologhe; per maggiori informazioni è possibile rivolgersi a loro o alla referente del gruppo.

La riabilitazione

In caso di linfoadenectomia ascellare o si hanno problemi di mobilizzazione degli arti superiori, è proposta una valutazione fisiatrica. La riabilitazione motoria è un momento importante per il completo recupero funzionale, oltre che per prevenire il “braccio grosso” (linfedema), nei casi in cui è stata eseguita una linfoadenectomia ascellare completa.
Durante il ricovero la fisioterapista è presente per le prime indicazioni post operatorie.

Il drenaggio e i punti di sutura non sono una controindicazione al movimento e alle normali attività quotidiane; la radioterapia non è un impedimento all’esecuzione degli esercizi consigliati.

QUALI SONO I SEGNI E I SINTOMI PRINCIPALI CHE POSSONO PRESENTARSI DOPO L'INTERVENTO?

  • Retrazioni o aderenze nella zona della cicatrice cutanea
  • Tumefazioni o sensazione di gonfiore nella sede dell'intervento (ematoma, sieroma)
  • Alterazioni della sensibilità nell'area interessata
  • Dolore locale con limitazione nel movimento del braccio e della spalla dal lato operato
  • Scapola alata (deficit del nervo toracico lungo)

Le attività complementari

Ginnastica acquatica, yoga, tam the, massaggi shiatsu: attività di supporto e terapie non convenzionali, volte al benessere sia fisico sia mentale, vengono offerte a tutte le pazienti grazie ai professionisti dell'AMOP (Associazione piacentina malato oncologico). È importante affrontare consapevolmente e condividere il periodo di instabilità fisica ed emotiva che spesso la malattia e le terapie portano con sé.

I controlli periodici

Una volta terminati i trattamenti adiuvanti, inizia un percorso di controlli periodici chiamato follow-up. La frequenza degli accertamenti e gli esami da eseguire possono variare da persona a persona, comunque devono comprendere:

  • una mammografia ed ecografia mammaria annuali
  • una visita medico-oncologica ogni 6 mesi per i primi 5 anni e annuale nei successivi

Se la malattia si ripresenta: la recidiva

In una percentuale di donne, fortunatamente sempre minore, la malattia si può ripresentare. Anche in questi casi esistono diverse opzioni terapeutiche efficaci (chemioterapia, terapia ormonale o terapie mirate unitamente a chirurgia), che vengono valutate caso per caso dal gruppo multidisciplinare insieme alla paziente.

Prevenzione e diagnosi precoce

Screening

Un esame come la mammografia non previene la malattia, cioè non protegge dal tumore, ma permette di diagnosticarlo precocemente, affinché le cure possano essere meno invasive e la mortalità più bassa.

Il programma di screening per la diagnosi precoce dei tumori della mammella riguarda tutte le donne dai 45 ai 74 anni.
Chi abita o è domiciliata in provincia di Piacenza riceve a casa un invito a sottoporti alla mammografia di screening al Centro salute donna in piazzale Torino 7 a Piacenza.

Tutto il percorso di diagnosi e di eventuali cure all'interno del programma è gratuito.

Approfondimenti

File
Visita dietologica
Dedicata ai pazienti seguiti dalla Breast unit

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