Tipologia di prestazione
Prestazione sanitaria
Prestazione sanitaria
Terapia utilizzata fin dagli anni cinquanta per il trattamento dell’ipertiroidismo. Numerosi studi condotti per decenni, su migliaia di pazienti, hanno dimostrato la sua assoluta sicurezza. In particolare, nei pazienti trattati, non è stato evidenziato un aumento di incidenza di tumori correlabile alla terapia con radioiodio, così come, durante la gravidanza di donne trattate con radioiodio, non si sono verificati aumenti della probabilità di aborto o di malformazioni del nascituro. Tale terapia può essere somministrata anche nei pazienti allergici allo iodio, senza alcun rischio di effetti collaterali. Lo iodio presente in forma radioattivo (131I) non raggiunge infatti concentrazioni farmacologiche tali da poter indurre reazioni allergiche.
Il radioiodio, dopo essere stato ingerito, viene accumulato per la maggior parte all’interno della ghiandola tiroidea, mentre la quota rimanente viene eliminata con le urine nel giro di pochi giorni. Le radiazioni, emesse dal radioiodio concentrato all’interno delle porzioni di ghiandola iperfunzionante, distruggono un numero variabile di cellule tiroidee. In questo modo la piena e completa guarigione dall’ipertiroidismo si raggiunge generalmente in circa 2-3 mesi dall’assunzione del radioiodio. Tuttavia, in alcune forme di ipertiroidismo particolarmente resistenti, si potrebbe rendere necessaria la ripetizione della terapia con radioiodio a distanza di alcuni mesi dalla precedente. Poiché è difficile calcolare con esattezza la dose di radiazioni adeguata a distruggere la giusta quota di tessuto tiroideo iperfunzionante, in alcuni casi il trattamento potrebbe comportare una significativa riduzione della funzionalità della tiroide, con conseguente condizione di ipotiroidismo (insufficiente produzione di ormoni tiroidei). L’ipotiroidismo, che potrebbe insorgere a distanza di alcuni mesi o anni dal trattamento con radioiodio, determinerebbe la necessità di assumere una compressa di ormone tiroideo ogni giorno e per tutta la vita, al fine di sostituire la funzione della ghiandola “spenta”.
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Ultimo aggiornamento
10-10-2024 10:10