Che cos’è l’analgesia epidurale?

L’analgesia epidurale consiste nell’introduzione di farmaci nello spazio peridurale e viene eseguita da un medico anestesista esperto in questa tecnica. Si realizza un blocco reversibile della conduzione nervosa che impedisce agli stimoli dolorosi provenienti dall’utero e dal perineo di raggiungere il sistema nervoso centrale, provocando dolore.
Lo staff di anestesisti è disponibile 24 ore su 24 per far fronte a tutte le urgenze e le necessità della sala parto e dei tagli cesarei. Qualora la paziente desiderasse la partoanalgesia, questa dovrà essere richiesta alle ostetriche o al ginecologo presente in sala parto. L’équipe si occuperà di avvisare l’anestesista preposto alla partoanalgesia che raggiungerà la paziente e deciderà con lei e i con i colleghi se, e quando, iniziare.

La partoanalgesia, salvo richieste specifiche di libera professione, è gratuita per tutte le partorienti.

INFORMAZIONI UTILI

Contestualmente alla prenotazione della presa incarico, dalla 31esima alla 34esima settimana di gravidanza, si deve prenotare la visita con l’anestesista.
Per prenotare occorre telefonare al numero 0523.303079, dalle 14.30 alle 16, dal lunedì al venerdì.

Il percorso

È bene prenotare la visita entro la 34a settimana di gestazione. Alla visita anestesiologia individuale è opportuno portare con sé gli esami fatti in gravidanza. L’anestesista valuterà lo stato di salute della futura mamma, la informerà in modo dettagliato sull'analgesia in travaglio, compilerà la cartella clinica e richiederà la firma del consenso alle procedure. Per questa procedura non è previsto il pagamento di un ticket.

DOMANDE E RISPOSTE

Il dolore del travaglio è una esperienza nota. Tuttavia, può rappresentare un’esperienza così difficile da impedire di vivere il parto in modo sereno. In tal caso può essere utile l’analgesia epidurale, che consente di controllare il sintomo “dolore”, permettendo alla donna di partorire in modo naturale e spontaneo.

I requisiti dell’analgesia epidurale sono:

  • l’efficacia, poiché la contrazione uterina viene percepita ma non è dolorosa
  • la sicurezza, sia materna, sia fetale
  • la flessibilità, poiché si modulano i farmaci a seconda della fase del travaglio e dell’intensità del dolore
  • il rispetto della fisiologia, poiché non influenza la dinamica del travaglio

Come si pratica l’analgesia epidurale?

La partoriente viene posizionata su un fianco oppure seduta con la schiena incurvata.
L’anestesista, dopo disinfezione della cute, pratica un’iniezione di anestetico locale nella cute e nel sottocute.
Da questo momento la partoriente può avvertire una sensazione di pressione dovuta all’introduzione dell’ago che raggiunge lo spazio epidurale.
Una volta raggiunto lo spazio, viene introdotto, attraverso l’ago, un sottile e morbido tubicino di plastica che rimane in sede per tutta la durata del travaglio di parto e attraverso il quale vengono iniettati i farmaci.
L’effetto analgesico può essere immediato o iniziare gradualmente dopo 15-20 minuti, a seconda dei farmaci e della tecnica impiegati. L’analgesia viene mantenuta fino al compimento del parto. Le bassissime concentrazioni di anestetico locale e analgesici non alterano la contrattilità e la forza muscolare dei muscoli del canale del parto e degli arti inferiori. Vengono quindi conservate la forza del torchio addominale e la motilità degli arti inferiori: questo permette alla partoriente di muoversi liberamente, di camminare e di andare in bagno, se la situazione lo consente.

Quando viene effettuata ?

È possibile richiedere l’analgesia peridurale a condizione che il travaglio sia avviato, ma la manovra potrà essere effettuata solo dopo la valutazione ostetrica e la visita del ginecologo; alcune situazioni ostetriche e anestesiologiche potrebbero ritardare la sua esecuzione.

Quali sono gli eetti collaterali e le complicanze?

Se correttamente eseguita, l’analgesia epidurale comporta rarissime complicanze. Alcuni farmaci utilizzati possono provocare un modesto prurito. Nell’1-2% dei casi si segnala cefalea post-puntura durale (che dura qualche giorno ed è fastidiosa, ma reversibile) e il dolore lombare nel punto d’inserzione, che però è difficilmente distinguibile dai dolori lombari dovuti alla gravidanza.

Posso ricevere l’analgesia epidurale?

La maggior parte delle partorienti può beneficiare dell’analgesia epidurale, che è invece controindicata in caso di deficit coagulativi congeniti o farmacologici, infezioni localizzate nel punto d’inserzione del catetere o infezioni generalizzate. È necessario sottoporsi alla visita dell’anestesista, portando con sé gli esami più recenti. Occorre esprimere per iscritto il proprio consenso informato alla procedura.
Il consenso non è vincolante e viene espresso liberamente e senza i condizionamenti emotivi che possono essere invece presenti durante il travaglio. Una donna bene informata affronta con maggiore serenità e consapevolezza il parto sapendo che, nei momenti dicili del travaglio, potrà trovare un valido aiuto anche dall’analgesia epidurale

Quando è indicata l’analgesia epidurale?

L’intolleranza al dolore durante il parto fisiologico è il motivo di richiesta materna e costituisce la prima indicazione all’analgesia epidurale. Essa trova inoltre indicazione in alcune situazioni ostetriche come il travaglio prolungato o il parto gemellare.
L’effetto antalgico si accompagna inoltre ad un miglioramento della respirazione materna con, di conseguenza, una migliore ossigenazione fetale.
Esistono poi situazioni cliniche in cui può essere richiesta dal ginecologo: quando, ad esempio, è necessario ridurre lo stress della madre affetta da malattie cardiache, respiratorie, epatiche, renali, distacco di retina, o in caso di madre affetta da diabete o ipertensione arteriosa.
Nel caso si debba ricorrere al taglio cesareo, si potrà affrontare l’intervento chirurgico con la semplice somministrazione di farmaci a concentrazione superiore, attraverso il catetere peridurale già in sede. In questo caso la donna, non essendo sottoposta ad anestesia generale, potrà vedere da subito il proprio figlio, allattarlo subito dopo l’intervento ed inoltre sarà possibile controllare in modo più efficace il dolore postoperatorio, con tempi di recupero più brevi.

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