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A volte la cura non passa solo da una terapia o da una diagnosi, ma da un gesto, un colore, una storia condivisa. Da questa consapevolezza nasce CurArte, il progetto promosso da Casa Clizia, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e del Centro di servizi per il volontariato di Piacenza, in collaborazione con l’Azienda Usl di Piacenza.
Un’iniziativa che unisce formazione professionale, arte e medicina in una rete di relazioni che abbraccia il territorio, esempio concreto di alleanza tra sanità, scuola e terzo settore per portare l’arte negli spazi della cura. L’obiettivo è sostenere le persone, creare benessere e restituire valore alle relazioni attraverso un linguaggio universale – l’arte – capace di avvicinare e unire.
Il progetto è stato presentato alla cittadinanza dal direttore generale dell’Ausl di Piacenza Paola Bardasi, affiancata da Massimo Rossetti, direttore del dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche, e da Nicola Personeni, direttore di Oncologia. Presenti anche Allegra Spernanzoni, Graziella Rimondi e Graziella Trecordi di Casa Clizia, una rappresentanza della classe 5B dell’indirizzo socio-sanitario dell’istituto Casali con la dirigente scolastica Raffaella Fumi e la docente Daria Catalano, insieme agli operatori di NŌ Studio e Manicomics, a Elena Menta di Csv Emilia, Romina Piergiorgi per Amop e Mara Negrati di Puntoeacapo.
“È un piacere essere qui oggi per la presentazione di CurArte, un progetto che unisce arte, scuola, volontariato e sanità in un percorso comune di attenzione alla persona – ha esordito Paola Bardasi.
L’arte, come la musica, come la pet therapy, rappresenta una delle dimensioni attraverso le quali la nostra Azienda persegue un obiettivo che considero centrale: il benessere della persona, che non è solo paziente. Parlare di umanizzazione oggi non è un gesto formale o accessorio. Significa riportare la sanità alla sua essenza più profonda: quella fatta di ascolto, relazione, accoglienza e rispetto della dignità e della fragilità umana”.
La direttrice ha sottolineato come l’umanizzazione delle cure implichi una visione integrata della persona, capace di accogliere corpo, mente, emozioni e relazioni. “Non si tratta solo di migliorare l’assistenza clinica – ha aggiunto – ma di creare ambienti e relazioni che favoriscano fiducia, comprensione e vicinanza. La qualità di un percorso di cura non si misura solo nei parametri clinici, ma anche nel modo in cui il paziente si sente accolto, ascoltato e compreso. In questa prospettiva, l’esperienza dell’Ausl di Piacenza in ambito oncologico, anche grazie all’impegno di Amop, ha già sviluppato numerose iniziative di sostegno e accompagnamento. CurArte si inserisce in questa stessa linea, ponendo l’arte, la musica e la pet therapy come strumenti di umanizzazione capaci di intrecciare linguaggi diversi – scientifici, emotivi e relazionali – in un modello di cura integrata. Il valore di questo progetto è amplificato dalla sinergia – ha concluso Bardasi – perché nasce dalla convergenza di energie e competenze diverse: scuola, associazioni, professionisti sanitari e volontari che insieme costruiscono una rete viva e solidale attorno alla persona. È così che la sanità diventa cultura, benessere e comunità”.
Allegra Spernanzoni di Casa Clizia ha illustrato nel dettaglio le attività previste:
“Attraverso laboratori di cinema-terapia, arte-terapia e foto-terapia, condotti da Romina Bagatin, Elisa Dosi e Sarah Patanè, il progetto coinvolge gli studenti dell’istituto Romagnosi–Casali di Piacenza, i pazienti oncologici e quelli con disturbi dell’alimentazione, ma anche operatori sanitari e volontari, in un cammino condiviso durante il quale i partecipanti potranno sperimentare il potere dell’arte come strumento di cura e consapevolezza. Tra novembre 2025 e aprile 2026 le arti terapie entreranno in Oncologia e a Casa Lilla, centro dedicato ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Gli studenti affiancheranno i pazienti in laboratori artistici per aiutarli a rielaborare le proprie emozioni e a ritrovare energia vitale. È un progetto corale, che verrà documentato passo dopo passo dal collettivo di filmmaker NŌ Studio, autore di un video-reportage finale”.
Un approccio condiviso anche da Massimo Rossetti, che ha evidenziato il valore simbolico e pratico di un progetto come CurArte: “Questa iniziativa rientra nell’ottica di un ospedale non solo come luogo di cura, ma come luogo di vita. Le persone vi gravitano nel momento della cura, che fa parte della loro quotidianità, ed è quindi fondamentale che la cura sia integrata con la vita e non la interrompa come un elemento esterno”.
Sulla stessa linea, Nicola Personeni ha espresso il proprio apprezzamento per l’impegno dei giovani coinvolti:
“Mi congratulo con i ragazzi protagonisti di questo progetto innovativo, che abbraccia tutti gli aspetti della vita di una persona in cura, concependola nella sua globalità e complessità”.
La presentazione si è chiusa con un messaggio condiviso da tutti i partner: CurArte rappresenta una nuova tappa nel percorso di umanizzazione della sanità piacentina, dove arte e relazione diventano parte integrante della cura. Un progetto che mette in dialogo generazioni, esperienze e competenze diverse, restituendo alla comunità un’immagine concreta di sanità che cura non solo la malattia, ma soprattutto la persona.
