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Un attimo prima sei un ragazzo che sta andando all’allenamento di basket, quello dopo hai appena salvato la vita a un uomo che ora ti tiene stretta la mano per ringraziarti.
Stefano Carone, Mattia Alessandrini e Filippo Alessandrini sono i tre giovani atleti della società sportiva CalendHuskies Basket di Calendasco che lunedì sera, supportati inizialmente dal Numero unico europeo 112 di Parma, sono intervenuti in soccorso di Michele Corti, colpito da arresto cardiaco mentre era in auto con la moglie lungo la strada di Co Trebbia Nuova.
Ieri hanno potuto incontrarlo e guardare negli occhi l’uomo al quale hanno salvato la vita. Un momento molto commovente ed emozionante per tutti, stemperato dalla simpatia di Michele, che ha accolto i suoi salvatori con un sorriso e qualche battuta.
“Non ricordavamo esattamente il suo volto – ha raccontato Filippo – quei momenti di lunedì sera, quando lo abbiamo soccorso, sono stati concitati. Il massaggio cardiaco, Stefano che correva a recuperare il defibrillatore, i soccorsi arrivati pochi minuti dopo. Eravamo molto emozionati per questo incontro, ci ha fatto piacere vedere che sta meglio e il suo spirito e la sua simpatia hanno fatto passare anche quel primo momento di imbarazzo di incontrarlo”.
Prima di quella stretta di mano c’è un’altra bellissima storia fatta di altruismo, senso civico, ma anche di tanta professionalità e di un sistema di emergenza che ha funzionato in modo impeccabile fin dal primo squillo della chiamata al 112, di professionisti capaci e volontari - in questo caso il team della Croce Rossa di Piacenza delegazione di San Nicolò - sempre in prima fila per aiutare il prossimo. E c’è un sistema che da 25 anni sostiene e supporta la rete dei defibrillatori della città più Cardioprotetta d’Europa: Progetto Vita con il servizio di emergenza territoriale 118 di Piacenza.
Per ringraziare i tre giovani erano presenti Daniela Aschieri, direttore di Cardiologia con la coordinatrice infermieristica Maria Tansini, Enrica Rossi, direttore Emergenza territoriale 118, Stefano Nani, dirigente delle Professioni Sanitarie – Area emergenza territoriale con Enrico Bersani del 118 di Piacenza. Ma anche Giuseppe Colla, presidente Croce Rossa di Piacenza, Teresa Di Bennardo, dirigente della Centrale Operativa 118 Emilia Ovest, affiancata da Davide Tizzoni ed Elena Frongia del Numero unico europeo 112 e da Elena Roznoveano e Paolo Cagna della centrale 118 Emilia Ovest.
La ricostruzione dei soccorsi
«La chiamata al 118 – spiega Nani – è arrivata alle 20.04 e pochi attimi prima al Nue 112. La centrale operativa ha immediatamente attivato un codice rosso per la Croce Rossa di San Nicolò, il mezzo più vicino, e l’automedica di Piacenza, oltre ad allertare i Dae Responder attraverso l’app per sospetto arresto cardiaco. L’ambulanza è arrivata sul posto alle 20.11, appena sei minuti dopo la chiamata, seguita dall’automedica alle 20.15. Sul posto è arrivato anche un metronotte Piacenza allertato con l’App Dae. Nel frattempo i tre ragazzi avevano già iniziato le manovre di rianimazione e applicato il defibrillatore sotto la guida dei professionisti della Centrale unica 118. Un intervento tempestivo e decisivo per la sopravvivenza del paziente e la dimostrazione che la rete di governo dei soccorsi e il coordinamento sul territorio, funziona. La centrale è riuscita a lavorare alla perfezione per le alte competenze dei suoi infermieri, ma anche perché grazie agli operatori del 118 di Piacenza che si dedicano anche al governo, al censimento e all’operatività dei Dae ampiamente diffusi sul territorio piacentino. Possiamo quasi dire che a Piacenza esista un ulteriore anello della catena di sopravvivenza anticipatorio di tutti gli altri: l’implementazione e il governo dei Dee sul territorio”.
«In pochi secondi – racconta Di Bennardo, affiancata da Tizzoni e Roznoveano - tutto il sistema si è attivato. L'operatrice del 112 Frongia ha localizzato subito l’evento e trasferito la chiamata alla nostra centrale; Cagna ha riconosciuto l’arresto cardiaco, dato le istruzioni per iniziare il massaggio e indicato dove trovare il defibrillatore più vicino. Nel frattempo i Dae Responder e i soccorsi professionali erano già in arrivo. È la dimostrazione che la rete funziona e che la formazione e la collaborazione tra cittadini e sistema di emergenza possono davvero salvare vite».
«La tempestività dell’intervento con il defibrillatore è stata fondamentale – aggiunge la dottoressa Aschieri – senza questo tutto sarebbe stato vanificato soprattutto la ripresa neurologica. I ragazzi hanno agito nei primissimi minuti, con il massaggio e subito erogando la scarica elettrica che ha interrotto l’aritmica causa dell’arresto cardiaco. Oggi Michele sta bene grazie alla loro prontezza di spirito, a una rete capillare di defibrillatori che funziona, al loro costante monitoraggio e a un lavoro di squadra coordinato dal 118 e attivo. Ai ragazzi, inoltre, porto il saluto della professoressa Marisa Cherchi, insegnante del Liceo Colombini, che ha avuto Stefano come allievo e che per oltre 20 anni ha portato avanti il programma di Progetto Vita Ragazzi nelle scuole di Piacenza e provincia, insegnando ai giovani l'importanza dei defibrillatori e il loro utilizzo».
Michele Corti, aggiungono i sanitari, era già stato salvato anni fa da un infarto, sempre grazie all’uso tempestivo di un defibrillatore installato nella sua abitazione. Da allora era diventato testimonial di Progetto Vita, l’iniziativa piacentina che promuove la diffusione dei Dae e la formazione alla defibrillazione precoce.
Un territorio preparato e virtuoso
«Non posso che essere orgoglioso di questi tre giovani che, con sangue freddo e altruismo, hanno soccorso quell’uomo – commenta il sindaco Filippo Zangrandi – È un gesto che intendo valorizzare pubblicamente: la cultura della defibrillazione deve essere diffusa, e questi ragazzi ne sono l’esempio più bello. Il Comune di Calendasco si conferma un territorio particolarmente attento alla sicurezza sanitaria: sono presenti 15 defibrillatori distribuiti in modo capillare, uno ogni sette chilometri. L’ultimo è stato installato appena un mese fa, a settembre. Tanta parte in questa presenza di defibrillatori l’hanno fatta anche le associazioni di volontariato: quello usato da Mattia, Filippo e Stefano, per esempio, è stato donato tempo fa dall’associazione CoTrebbia Fum Festa».