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Lo sport, considerato ormai da tempo come parte integrante di un percorso riabilitativo, aiuta le persone a recuperare autostima e fiducia in sé stessi, reinserendole nel contesto sociale. Per questo, già nel 2022 l’Azienda Usl di Piacenza aveva siglato un protocollo con il Comitato italiano Paralimpico per promuovere le attività motorie e sportive.
Coinvolgendo diversi servizi e professionalità, a Piacenza è nato qualche mese fa il progetto Sport Hability volto al reinserimento sociale di persone con disabilità fisica, intellettiva, visiva e uditiva attraverso l’attività sportiva non agonistica.
In particolare, l’Azienda Usl di Piacenza ha creato un gruppo di lavoro multidisciplinare che coinvolge diverse unità operative coordinate dall’Organizzazione territoriale e dalla Medicina dello sport e promozione della salute .
Il progetto è stato presentato dal direttore generale Paola Bardasi affiancata da Eleonora Corsalini, direttore delle attività sociosanitarie, Giorgio Chiaranda, direttore di Medicina dello sport e Promozione della salute, Gabriella Di Girolamo ed Elena Braghieri, direttore e case manager Organizzazione territoriale e Marta Consonni, delegato provinciale Comitato Paralimpico.
Il progetto vede Piacenza come unicum in Regione ed è stato preso come esempio dal Cip per essere proposto anche in altre provincie dell’Emilia Romagna.
“Un progetto a cui teniamo molto – ha commentato la dottoressa Bardasi – che rientra nel quadro del piano regionale prevenzione e che vede nello sport un mezzo per favorire sia il percorso di riabilitazione, sia la promozione del benessere e della salute”.
Il gruppo di lavoro è composto da team i professionisti del Governo clinico territoriale, dell’Unità Spinale, Neuroriabilitazione e Medicina Riabilitativa Intensiva; Medicina riabilitativa di integrazione Percorsi ospedale territorio; Medicina riabilitativa Val Tidone; Psichiatria di collegamento e inclusione sociale e Neuropsichiatria e psicologia infanzia e adolescenza.
Sono state attivate visite multidisciplinari mensili, durante le quali medico dello sport, infermiera, fisiatra, fisioterapista e un delegato provinciale Comitato italiano Paralimpico valutano insieme l’idoneità della persona con disabilità a svolgere attività sportiva non agonistica.
Dalla valutazione clinico-funzionale, vengono proposti e indicati gli sport praticabili dalla persona, tenendo conto anche della disponibilità della famiglia nel sostegno del progetto, delle preferenze dichiarate dall’utente e della logistica. Il progetto ha infatti permesso anche di creare, d’intesa con il CIP, una mappatura efficace delle opportunità disponibili sul territorio.
Le prove per le singole discipline avvengono in presenza della fisioterapista, che funge da riferimento per eventuali necessità.
Successivamente, se la persona risulta idonea, viene corrisposto il libretto di idoneità alle attività sportive non agonistiche e la relazione a firma congiunta.
Il progetto, avviato a settembre 2022, ha riscosso interesse. Finora, grazie anche al coinvolgimento di svariate società sportive, sono state avviate allo sport circa trenta persone di età compresa tra i 20 e i 40 anni portatori di varie disabilità.
Ma l’obiettivo è quello di coinvolgere un numero sempre maggiore di persone e di società per rinforzare la collaborazione con il CIP e allargare l’invito a chiunque voglia abbracciare il progetto.
Gli sport sono diversi: dal baskin, al tiro con l’arco, dalla danza alle arti marziali, dal tennis tavolo al nuoto.
Inoltre il gruppo di operatori Ausl sta avviando una collaborazione con il velodromo di Fiorenzuola per strutturare una piccola gruppo finalizzato alla partecipazione dell’attività sportiva di handbike.
Una quindicina di persone, al momento, sta proseguendo il percorso avviato.
L’avviamento all’attività sportiva parte dalla segnalazione dell’operatore, che ha in carico la persona, attraverso una email apposita (sportdisabilita@ausl.pc.it).