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TeleCuore, il progetto per la gestione a casa dei pazienti con scompenso cardiaco attraverso l’utilizzo della telemedicina, è risultato tra i vincitori del 47esimo congresso mondiale ospedaliero, in corso a Rio De Janeiro.

L'esperienza piacentina si è infatti aggiudicata un premio di eccellenza per la qualità clinica e la sicurezza del paziente, una delle sette categorie previste dalla manifestazione. Piacenza è l'unica realtà italiana a essere risultata tra i 49 finalisti selezionati dalla Federazione internazionale degli ospedali, che organizza l'evento. Le candidature pervenute sono state 500 con 33 paesi partecipanti e per ogni categoria sono stati assegnati premi gold, silver e bronze.

Lo specifico riconoscimento, novità dell'edizione 2024 della manifestazione, va a segnalare gli ospedali che si sono distinti per i loro progetti o programmi innovativi ed esemplari volti a migliorare la qualità clinica e la sicurezza dei pazienti. La Federazione internazionale degli ospedali è un'organizzazione associativa globale senza scopo di lucro, impegnata a favorire lo scambio di conoscenze e il networking con diversi attori del settore sanitario. I membri agiscono insieme per migliorare lo standard, la qualità e il livello di fornitura dei servizi sanitari.

"Il progetto TelecCuore - sottolinea Paola Bardasi, direttore generale dell'Ausl di Piacenza - è un esempio concreto ed efficace di utilizzo delle tecnologie per migliorare la qualità di vita del paziente, in questo caso la persona che deve convivere con una malattia cronica. La cura di questo tipo di utenza non può in alcun modo essere delegata solo all'ospedale; anzi, si evidenzia sempre di più la necessità di creare percorsi assistenziali che vedano il domicilio come luogo principale di assistenza. Sono questi gli aspetti vincenti del nostro progetto, che ha coinvolto già 250 pazienti con riscontri davvero positivi e, non a caso, ha già suscitato interesse in ambito nazionale (dove è già stato premiato) e ora anche a livello internazionale".

"Il nostro modello organizzativo - aggiunge Daniela Aschieri, direttore di Cardiologia di Piacenza - si è dimostrato fattibile e degno di essere replicato, motivo per cui abbiamo deciso di partecipare al premio IHF. Il programma nasce dalla volontà di migliorare il percorso dei controlli (in termine tecnico follow up) dei pazienti con scompenso cardiaco, sia nel momento vulnerabile che segue la dimissione ospedaliera, sia nelle fasi di medio e lungo termine, migliorando il processo di presa in carico della persona attraverso il supporto della tecnologia".

Molto importante è il rapporto con il paziente perché viene formato per portare a casa questo dispositivo e soprattutto viene interrogato periodicamente dal personale medico.

“Questo aspetto duplice tecnologia e umanizzazione è fondamentale. Non basta spiegare semplicemente come funziona il dispositivo ma interagire; la precisione dei dati che arrivano sta migliorando continuamente” afferma Gianluca Lisè, case manager Professioni Sanitarie Piacenza.

L'iniziativa mira a ridurre gli impatti dello scompenso cardiaco, una patologia con elevate implicazioni socio-sanitarie: il 5% dei costi totali sostenuti per l'ospedalizzazione, l'1-2% della spesa sanitaria totale, con un range di mortalità ospedaliera nei pazienti acuti del 4-10%. I pazienti con instabilità recente mostrano la più alta morbilità e mortalità: per esempio, il tasso di riospedalizzazione entro 30 giorni dalla prima dimissione raggiunge fino al 25% nei pazienti di età superiore ai 65 anni. La prevenzione di tali eventi comporta un attento monitoraggio dei sintomi e dei segnali di allarme: variazioni del peso corporeo, valutazioni della pressione arteriosa, frequenza cardiaca.

Diversi studi hanno dimostrato come le applicazioni di telecardiologia apportino benefici come una riduzione annuale del 30-35% della mortalità e del 15-20% dei ricoveri ospedalieri, oltre a migliorare l'interazione del personale coinvolto nell'assistenza, sia a livello ospedaliero che locale.

“Questo progetto incarna benissimo il mandato dei nuovi modelli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale (DM77/2022) dove la telemedicina è unita ai percorsi di cura dei pazienti. Ad oggi abbiamo iniziato a vedere i primi risultati, vogliamo ora sistematizzare, testandolo in modo completo e più approfondito anche attraverso uno studio clinico per un contributo scientifico internazionale” conclude Evelina Cattadori direttore Innovazione e Ricerca Ausl di Piacenza.

Il progetto si propone quindi di migliorare la qualità dell'assistenza ma anche di promuovere il ruolo attivo del paziente nella cura di sé (selfcare) ed educarlo sulla propria malattia. La gestione della persona è multispecialistica e si punta a individuarne i bisogni in relazione alle aspettative e alla qualità di vita con l'attivazione di percorsi dedicati (per esempio contatto con dietista, palestre selezionate).

I risultati finora raccolti consentono in effetti di testare la fattibilità dell'utilizzo della Telemedicina nella gestione di patologie croniche che richiedono frequenti controlli e valutare se questi modelli di cura consentono una riduzione delle prestazioni ambulatoriali generali e specialistiche. Viene inoltre monitorata la soddisfazione della persona rispetto a questo nuovo modello di cura. Il risultato finale atteso (e in parte già misurabile) è una riduzione del numero di visite al Pronto soccorso o di ricoveri in Cardiologia.

"Abbiamo utilizzato una piattaforma di Telemedicina che, tramite la connessione con dispositivi elettromedicali in dotazione a 250 pazienti con scompenso cardiaco, consente di ricavare in tempo reale parametri clinici come peso, pressione arteriosa, saturazione, frequenza cardiaca e temperatura ed elettrocardiogramma a singolo tracciato. Tali dati vengono inviati direttamente via Bluetooth, prima all'applicazione specifica collegata al tablet o telefono del paziente, poi a una piattaforma Cloud, dove possono essere valutati dai professionisti. L'infrastruttura tecnologica è consultabile da tutti gli operatori sanitari coinvolti e diventa uno strumento per effettuare televisite con la persona o teleconsulti tra medici di famiglia e il cardiologo. Nel percorso sono infatti coinvolte diverse figure professionali: un case manager dedicato, lo specialista, i tecnici di Fisiopatologia cardiorespiratoria e perfusione cardiovascolare. In fase di sviluppo è anche la partnership con i medici di famiglia" spiegano i tecnici di medicina.

Oltre alla misurazione giornaliera dei parametri, ogni sei mesi viene compilato un questionario per valutare lo stato di salute e qualità di vita del paziente. I medici specialisti impegnati nel progetto sono i cardiologi Maria Benedetta Matrone, Paola Novara, Francesco Di Spigno e Andrea Tedeschi, che svolgono le attività cliniche e di controllo dei parametri degli assistiti e le televisite.

È stato creato un team dedicato all'analisi giornaliera dei dati ricevuti dal reparto. I parametri che generano avvisi di urgenza o emergenza vengono discussi con il case manager e lo specialista di riferimento.

A oltre un anno di utilizzo, si conferma un coinvolgimento positivo del paziente, con oltre 92.000 misurazioni totali trasmesse. All'analisi del questionario, l'80% dei pazienti ritiene che il programma TeleCuore li aiuti a ricordare le misurazioni dei parametri e il 70% adotta uno stile di vita corretto, attraverso conversazioni telefoniche con il case manager. Per oltre il 50% di loro il progetto contribuisce a migliorare il rapporto con gli operatori sanitari. Per il 90% dei nostri operatori sanitari si è dimostrata una migliore collaborazione di team e istruzione della persona assistita




Ultimo aggiornamento

17-09-2024 13:09

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